Ara sa terra, massaju, ca est ora de arare...



sabato 13 dicembre 2008

Low Balls





Il gesto ripulito da qualsiasi velleita' alpinistica. La totale, o quasi, assenza della verticalita' sotto il sedere... nessun "commitment", quasi nessuna paura. Resta soltanto il movimento e un esercizio di intelligenza motoria. Per tanto tempo ho visto in modo distorto il bouldering su massi naturali, non ne capivo la vera essenza. Andavo a ricercare sensazioni che non ne sono tipiche... poi ho iniziato a capire che e' semplice divertimento. Si sta tranquilli, si provano passaggi finche' le dita e la pelle, senza fretta o ansia della vetta...

mercoledì 10 dicembre 2008

Il costo della carne

Qualche numero per chiarire la ragione prima per cui vale la pena se non essere vegetariani o vegani, ridurre il consumo di carne in modo drastico.


Sul New Scientist apparve tempo fa un commento ad un articolo pubblicato su "Animal Science Journal" (numero 78, pag 424-432 2007).
Nell' Articolo un gruppo di ricercatori analizza in dettaglio quanto costa produrre un chilo di carne bovina . Ho scaricato e letto l' articolo (scrivetemi e ve lo spedisco via posta nel caso).

Il punto centrale e' riassunto nelle righe qui sotto

"It is showed that producing a kilogram of beef leads to the emission of greenhouse gases with a warming potential equivalent to 36.4 kilograms of carbon dioxide. It also releases fertilising compounds equivalent to 340 grams of sulphur dioxide and 59 grams of phosphate, and consumes 169 megajoules of energy. In other words, a kilogram of beef is responsible for the equivalent of the amount of CO2 emitted by the average European car every 250 kilometres, and burns enough energy to light a 100-watt bulb for nearly 20 days. "

E ancora

"The present results showed that the total contributions of one beef calf
throughout its life cycle to global warming, acidification, eutrophication and energy consumption were 4550 kg of CO2 equivalents, 40.1 kg of SO2 equivalents, 7.0 kg of phosphate (PO4) equivalents and 16.1 GJ, respectively."

Lo stile di vita dell' uomo occidentale medio e' ufficio-auto-divano-televisione-letto. La natura e' un vago ricordo. Lo sforzo fisico relegato (quando c'e') alla palestra e al finto muovere di pesi e carrucole. E' per me un sommo spreco sacrificare risorse per fornire energia pregiata a delle macchine/uomo che magari non vanno piu' manco a piedi al lavoro.
Una volta qualcuno (non ricordo la fonte) disse a proposito del petrolio che usarlo per alimentare le automobili e' come bruciare mobili Luigi XIV per scaldarsi.
Credo che una simile immagine possa essere trasferita all' uso delle pregiate proteine animali per alimentare la macchina-uomo.
Ogni cosa ha un prezzo. Dimenticarsi di quanto valgano realmente le cose o peggio farne pagare ad altri il prezzo e' l'essenza del sistema in cui viviamo. Un sistema che a me non piace.

martedì 9 dicembre 2008

Il sapore della carne


Nella messe di notizie deprimenti che intansano le pagine dei giornali, ogni tanto qualcuna porta pure il buone umore. Tonnellate di carne alla diossina si aggirano per l' Europa. Carne contaminata e' stata forse mischiata nei succulenti insaccati, nei ragu' gia pronti e nei cibi inscatolati. Manzi e maiali aspettano nei frigo, per potere riavere la loro vendetta postuma su schiere di carnivori obesi... che sia la volta buona che qualcuno si sveglia e smette di mangiarla la carne?

domenica 7 dicembre 2008

Fata Morgana..







Un posto surreale Joshua Tree. Entrandoci mi risuanavano in testa le parola di "Fata Morgana", la vecchia canzone dei Litfiba. Sabbia rossa, deserto, massi enormi, cactus succulenti e funghi magici. La strada e' una striscia infima di asfalto in mezzo ad una immensita' di rocce e terra arida. Si va a Jtree per "svernare".. mentre la Sierra e' coperta di neve, qui il clima permette di arrampicare sulle piu' incredibili formazioni di roccia mai viste. Tutte le forme, tutti gli stili possibili... camminare tra i cactus e arrampicare sui massi in mezzo al deserto e' esaltante..





Ma JTree e' perfetto pure soltanto per campeggiare, perdersi tra i massi, rimanere incantati dalle strane forme delle piante che riescono a sopravvivere, avere visioni mistiche nel silenzio del deserto, godersi l' assenza di essere umani e capire le forze cosmiche che regolano l' universo
(sto esagerando... pero' se si rimano a digiuno e senza bere per due/tre giorni magari succede...)










Foto di Joshua Tree; l' ultima in basso e' una veduta al tramonto di Kings Canion Park sulla Sierra, presa sulla via del rientro..

domenica 23 novembre 2008

Liberal California ....




Durante l' ultima tornata elettorale i cittadini della California hanno votato per numerosi
referendum popolari sui piu' svariati temi, dall' energia, ai trasporti, persino su quanto spazio debba essere riservato ai polli in gabbia...
Nella messe di leggi da approvare o abolire due erano particolarmente care ad un variegato fronte
di religiosi di varie parrocchie e credo... una sull' aborto , nota come "Prop 4" e l' altra era
la "Prop 8", sulle coppie gay. La Prop 4, che cercava di imporre misure restrittive sull' aborto, non e' passata. La Prop 8, proponeva una modifica della Costituzione dello stato della California in modo da restringere la definizione di matronio come l' unione tra un uomo ed una donna, rendendo quindi non valida la legge in vigore in California che permetteva matrimoni tra persone dello stesso sesso.
La Prop 8 e' passata, con il 52.1% dei voti a favore. I sostenitori della Prop 8 hanno speso circa 35 milioni di dollari in campagne pubblicitarie, usando in modo massicio televisione e giornali. I mormoni, dal vicino Nevada, hanno dato denaro in grande copia, terrorizzati da un possibile effetto valanga in caso di sconfitta.
"Salva il matrimonio" era lo slogan corrente, insieme all' invito a proteggere " i nostri figli" dalla possibilita' che in un futuro prossimo a scuola le insegnati avessero potuto spiegare ai bambini che il matrimonio e' possibile pure tra persone dello stesso sesso.
"Oggi vogliono sposare una persona dello stesso sesso, domani un cane o un albero..." ... si certo di all' albero di venire a trovarti in ospedale se stai male...
Le argomentazioni in favore non avevano nulla a che vedere con l' ammenda costituzionale ma alla fine sono stati efficaci a scavare nel torbido delle paure e dei tabu' degli elettori.
Vista su un altra prospettiva la vicenda io la leggo come un gruppo di persone che decidono di spendere tempo, denaro ed energie non per avere piu' diritti ma per evitare che altri possano averceli. Essere sposati significa avere agevolazioni fiscali, potere decidere in caso di malattia del partner, avere accesso ad una serie di servizi pubblici negati ai semplici partner domestici.
Benche' io non creda appieno nel matrimonio come e' pensato nella nostra societa', credo che sia follia ed egoismo distillato darsi da fare per impedire che altri possano avere dei diritti. il cui raggiungimento non intacca minimamente i propri.
Se si guarda indietro, meno di cinquant'anni fa, le unioni tra bianchi e neri erano incostituzionali e la segregazione era vista come un modo per salvare i valori della societa'. Le donne non potevano nemmeno votare. Allargare diritti e' il modo migliore per consolidare i diritti di tutti ed evitare che un giorno qualcuno si svegli e decida, che ne so', di vietare di vendere i preservativi, di baciarsi in pubblico o di fare sesso fuori dal matrimonio... sembrano scenari deliranti, ma a volte il confine e' labile. E poi i vari bigotti dovrebbero stare sereni: se la loro fede e' cosi' incrollabile non dovrebbero avere dubbi sul castigo divino per empi e peccatori. Tranquilli, non si chiede un amnistia generalizzata ultraterrena, ma semplici diritti.. cosa saranno mai dei diritti civili di fronte alle pene dell' inferno?

lunedì 17 novembre 2008

paura dei cristalli






A volte tu mangi l' orso, a volte l' orso mangia te...

Ci sono giorni in cui la mente e' sgombra, danzi con il corpo e non senti la gravita'. Stai li' in quell' attimo, focalizzato solo sui metri di roccia che hai intorno. Altri no. La mente si incastra su un pensiero, ti muovi come un burattino, dissipi e, sopratutto, tanti cristalli di paura si annidano nelle sinapsi del cervello. Domenica era il tipico giorno in cui l'orso vince, le sinapsi sono intasate non da cristalli, ma da macigni... e ci e' voluto un giorno intero per ritrovare la calma e per riappacificarmi con la montagna..

PS: la foto e' di Ivan, presa qualche minuto prima di una ritirata strategica.. next time...

lunedì 10 novembre 2008

una mattina di ordinaria follia




Io odio il "servizio clienti" per telefono. Vorrei avere qualcuno davanti, se non per esercitare il mio diritto ad una risposta fisica, almeno per vedere che faccia hanno quando proferiscono stronzate. Ho speso una mattina rimbalzato da un numero ad un altro, ascoltando musichette demenziali, digitando venti volte codici di sicurezza e password e infine parlando con qualche impiegato dall' altra parte dell' America, che, con voce molto cordiale, mi diceva che potevo andare gentilmente a farmi fottere. Mi viene in mente Asterix nelle "Dodici fatiche di Asterix", quando deve richiedere un modulo dentro il "palazzo che rende folli"...in una versione moderna pero', tra musichette, operatori non operanti e codici cliente. Sono questi i momenti in cui il desiderio di andare da WallMart e acquistare una Glock .45 si fa strada nella mia testa.

L'oggetto del contendere e' la tipica situazione da servizio sanitario americano: il medico (in questo caso un dentista) invia il conto all' assicurazione; l' assicurazione , che paga comunque solo una parte del conto, sostiene di non avere ricevuto nessuna richiesta; il medico ti invia cosi' tutta la parcella da pagare.
Devi allora chiamare il medico e dire a chi di dovere di rispedire il conto all' assicurazione... ovvio non parlerai mai con il medico o la sua segretaria, ma con qualcuno del gruppo medico-finanziario a cui il medico fa capo. Richiami poi l' assicurazione. Il tutto un paio di volte, finche' inaspettatamente trovi un impiegato un po' piu' sveglio che ti dira' un magico numero di fax a cui spedire il conto.
A questo punto pero' ti accorgi che l' assicurazione non paga quello che aveva promesso all' inizio del trattamento, citando una voce del regolamento incomprensibile. Potresti pagare un avvocato e fargli causa, ma siccome ti stanno rubando duecento dollari finisce che l' avvocato non lo paghi, perche' ti costerebbe di piu'.
Infatti per ogni genere di intervento medico c'e' un tariffario e tutto cio' che paghi di piu' lo metti di tasca. I medici che applicano il tariffario minimo sono rari e di solito non raccomandabili (sono quei posti dove andresti da ferito dopo una rapina...).
Voi direte che i dentisti si pagano comunque anche in Italia, ma la stessa procedura si applica ai medici normali o nello sfortunato caso di un intervento di emergenza in un ospedale non convenzionato con l' assicurazione.

Ora sto smaltendo la bile e se solo un terzo delle bestemmie che ho lanciato ricadranno sulle teste di chi sostiene e difende questo sistema, finiremmo per vivere in un mondo migliore...

La speranza che il neo eletto presidente possa rimettere in piedi un servizio sanitario pubblico e' diffusa e grande. Pari solo alla difficolta' dell' impresa.

sabato 1 novembre 2008

buuuling




Andare al Bowling e' per me prima di tutto un' esperienza sociale, visto che sul fronte del gesto sportivo sono piuttosto scarso: mi piace guardare le persone che giocano, le facce, le dinamiche di gruppo, vedere giocatori dalle pance prominenti muoversi con eleganza sul parket... forse e' per quello che non faccio mai strike...Cosi, pure se le mie performance sono un po' deludenti lo trovo un passatempo divertente: bevi la birra, chiaccheri e nel frattempo cerchi di buttare giu' i birilli. Un po' come le bocce o il biliardo, ma con piu' luci e maggior dispiego di energia elettrica in varie forme...
E poi e' pure un tributo ad uno dei miei film preferiti, the Big Lebosky, il film da vedere quando sono giu' di umore, perche' pure un piccolo spezzone aiuta a
riportare il buon umore...
Tutti i personaggi del film sono quanto di piu' lontano dal mio stile di vita, un condensato di america verace (quale italiano andrebbe al supermarket con l' accapatonio pagando il latte con un assegno?)... e forse e' proprio per questo che amo quel film, vedere sotto un' ottica diversa cio' che non amerei nella mia quotidianita ...

Nelle foto: Tentativo di riciclare nel bowling le mie doti di lanciatore del peso; Ivan da lezione ad Antonio; Ivan lanciato verso uno dei suoi numerosi strike.

giovedì 23 ottobre 2008

pornografia



Nell' ultimo numero di Rock and Ice, vengono definiti porno-climbing movies i vari filmati che ormai imperversano sia in rete che nelle videoteche, su imprese alpinistico-arrampicatorie piu' o meno al limite della sanita' mentale.
I video del genere hanno varie funzioni che vanno al di la del semplice sollazzo. Sono spesso un modo catartico per vincere la paura (sopratutto nel caso dell' arrampicata trad) o possono essere di ispirazione per allenarsi piu' duro e meglio. Possono essere anche un invito al suicidio per chi non avesse la capacita' di capire i propri limiti e vedere le differenze tra le virtu' (leggi palle) dei protagonisti dei video e le proprie.

Io mi considero un fruitore medio di questo genere di pornografia, che mi somministro di solito a meta settimana, quando l' effetto del finesettimana trascorso e' svanito e attendo il venerdi sera per partire... se il filmato e' ben fatto, mi sudano le mani.

L' ultimo film del genere visto e' stato " To the limit" (regia Pepe Danquart), talmente avvicente che l'ho riguardato per due serate di seguito (la prima insieme a mio fratello, la seconda insieme
ad altri fanatici dell' alpe, in un rito molto simile ai pornazzi da liceo...).
Sarebbe pero' riduttivo definirlo semplicemnte un porno climbing movie...
Il record di salita del Nose da parte dei fratelli Huber diventa il pretesto per raccontare la storia di due fratelli, uniti dalla stessa passione per la montagna, le loro rivalita', paure, i loro demoni. L' arrampicata e' quindi lo specchio o la lente che amplifica e a volte distorce difetti e umane virtu'.
Il film in piu' e' tecnicamente perfetto, con un utilizzo della camera da presa magistrale (memorabile la ripresa del grande pendolo su "king's swing").Il racconto dei loro due viaggi in Valle e' intermezzato da quello della loro spedizione in Patagonia, nel tentativo di salita in libero del gran traverso del Cerro Torre: ogni singolo fotogramma ti fa venire voglia di partire subito!
Dopo questo film, le immagini delle fighette sugli strapiombi in riva la mare vi diranno poco...

martedì 14 ottobre 2008

bishop





L' aspetto piu' bello della California e dell' America forse in genere: gli spazi selvaggi . Quei posti dove, nonostante tu sia nel ventre dell' impero piu' civilizzato, puoi respirare un senso di una natura sterminata, primordiale, viva. C'e' un altro posto che mi ha dato sensazioni simili, benche' gli spazi siano come riscalati...ed e' la Sardegna.

Ho passato insieme a mio fratello un paio di giorni a Bishop, arrampicando sui massi poggiati come per scherzo in mezzo alla piana desertica, giusto a ridosso della Sierra. Polvere, sole, cespugli, roccia stupenda, sorgenti termali...insomma un posto dove spendere pure una settimana, divertendosi tra i massi, arrampicando nelle Gorges, o bevendo birra dentro le pozze termali.







sabato 27 settembre 2008

Disease




Ho acquistato il libro attratto dalla grafica, senza neanche sfogliarlo. Era in offerta in un grande magazzino e la Grande Falciatrice in copertina appariva cosi' fuori posto in mezzo alla biografie in offerta di oscuri personaggi famosi del mainstream americano.
Piaghe, virus, batteri, epidemie sono i protagonisti di questo libro. L' autrice (Mary Dobson) ne descrive cinquanta, facendo una cronologia della malattia, il suo impatto nel corso degli anni, spiegandone l' origine e i fattori che l' hanno fatta proliferare o hanno portato alla sua estinzione.
La fantasia corre sulle immagine d'epoca o spinta dalla descrizione degli effetti dell' Ebola.
Cio' che mi ha colpito sopra ogni cosa e' che qualsiasi malattia tu possa segliere, sicuramente questa continua a mietere vittime in Africa. Cosa ancora piu' triste, a volte basterebbero soluzioni a bassa tecnologia per salvare milioni di vite. Una rete antizanzare nel letto, basterebbe a ridurre drasticamente i casi di malaria...
Ma pare ora ci siano altre priorita' (salvare Wall Street per esempio). Magari un giorno sara' pure il turno dell' Africa...

domenica 21 settembre 2008

italiani brava gente

Nel Marzo del 1891 una folla di circa ventimila persone lincio' venti italiani, accusati e poi assolti di omicio. Theodore Roosevelt dichiaro ' che gli USA avrebbero' dovuto dare un risarcimento all' Italia, ma in privato, scrivendo alla sorella, defini' il linciaggio come "rather a good thing", una buona cosa. Gli italiani erano considerati "dei mezzi negri" e linciarli non era nemmeno reato in molti stati del Sud. La vicinanza del "Bel Paese" alle coste Africane era usata da molti come giustificazione di una teoria razziale che vedeva gli italiani come dei sub umani: benche' bianchi "sporcavano la razza bianca". Gli Italiani erano agli ultimi posti nelle classifiche sull' intelligenza, stilate grazie ai test che venivano fatti sui migranti all' ingresso negli USA (chi ha visto "Nuovo Mondo" si ricordera' la scena del quiz con i pezzi di legno..). E' trascorso un secolo o forse pure meno, visto che fino agli anni cinquanta i migranti Italiani stavano ai margini della societa' americana. I messicani ora hanno preso il posto degli italiani, dei polacchi e degli irlandesi, eppure, nella facce dei messicani che aspettano al mattino al bordo della strada per un lavoro a giornata, mi sembra di rivedere le "facce da Sud" di molti italiani del secolo scorso.

Sarebbe bello avere una macchina del tempo, prendere per esempio un barista milanese e suo figlio, e catapultarli nell' Alabama o nella Louisiana di inizio '900 e vedere se magari riescono a convincere i bianchi del posto del loro sano e genuino razzismo e uscirne vivi. Ma forse il padre e figlio sono solo uno dei tanti prodotti di un paese incancrenito, che elogia il fascismo nei pubblici comizi, che vuole i militari nelle strade, che picchia i gay, che assalta i campi rom, che ammazza per dei biscotti, che sta muorendo soffocato dalla sua stessa ignoranza. Da fuori e' uno spettacolo orribile leggere i giornali italiani, seguire l' onda nera che avvolge tutto, riscoprirsi impotenti e spaventati per un futuro che in italia sembra non esserci. E sentirsi pure un po' colpevoli, almeno io, perche', in un altro momento non tanto lontano, non avremmo permesso cosi' facilmente tutto questo.

lunedì 15 settembre 2008

Albione arrampica...




Per una persona come me,ossessionata dall' organizzazione e portata a vivere la montagna e l' arrampicata con una certa vena di militarismo-finto erorismo dei tempi che furono, trovare un compagno di arrampicata che mi supera in questi aspetti compulsivi e' sempre sorprendente....
La miscela finale puo' essere a meta' tra l' esaltante e il delirante, il confine e' labile.
Soprattutto se poi il compagno di cordata viene dalla perfida Albione, e' stato "forgiato" alla scuola del trad inglese ed e' decisamente forte...
Finisce quindi che mi sveglio alle cinque di Sabato mattina a Yosemite, dopo qualche ora di sonno e le solite duecento miglia di Venerdi' notte, mantre a qualche metro di distanza (dormiamo senza tenda per risparmiare tempo....) il mio compagno si sta ingollando due lattine di una miscela di guarana-ginseng-caffeina e inizia a dirmi che siamo in ritardo... Ok, mi alzo e mentre cerco di fare una specie di colazione, lui e' con l'imbrago e tutto il materiale addosso seduto in macchina...
Ok, rinucio al caffe' (che poi fa brutti effetti e perdiamo altri cinque minuti...). Si parte per
fare la East Butress su Middle Cathedral: una via con difficolta massima di 5.10c (VII) ma che attrae schiere di gumbies, "come lo zucchero le formiche" disse qualcuno, attratti dall' idea di fare una via lunga e in fondo moderata, per gli standard della valle.
I gumbies (in italiano merende o merenderos, categoria della quale faccio per lo piu' parte) sono il nostro vero terrore e non la difficolta' della via in se'. Ci stiamo immaginando di rimanere intrappolati da una cordata lenta di incapaci e dovere bivaccare in cima, come successo a dei nosti amici bloccati a meta' via da una cordata di idioti. Al parcheggio c'e' una coppia di arrampicatori che viene dalla repubblica ceca: il mio amico C. inizia a bestemmiare, che se non avessimo perso 5 minuti saremmo i primi... in realta' i Cechi sono persone ragionevoli e percependo una certa furia da parte nostra ci lasciano passare davanti. Cosi' ci siamo fatti di filata la via in quattro ore, anziche' il minimo delle sette previste, e riducendo gli undici tiri in soli sei: una corda da settanta metri, simul climbing nella sezione facile, cambi di materiale super veloci e zitti alle soste! Ovviamente foto quasi nessuna...si perde tempo!
Dopo una discesa faticosa, io avevo dato il mio per il giorno e forse pure per il WE...ma sia la pressione di C. sia il fatto che avevo guidato, beh abbiamo continuato a concatenare tiri e vie sia il pomeriggio che tutta Domenica, portando a casa un altro paio di vie a cinque stelle.
Oggi e' Lunedi e avrei bisogno di un WE per riposare...




Nelle foto: Charlie sull' ultimo tiro di EB; un tentativo di autoscatto alla sosta di quarto tiro, con sullo sfondo il paretone di El Cap (che e' il vero obbiettivo)

domenica 7 settembre 2008

Autarchia!

In previsione di una carestia globale, ho trasformato un terzo del mio
giardino dietro casa in un piccolo orto. Avrei fatto a meno del resto del prato, ma e' stato un compromesso fra le mie velleita' di decrescita e l' estetica
(dubbia) del proprietario di casa. Il prato inglese e' una degli aspetti piu'
fastidiosi della cultura urbana in California. Il clima qui e' arido e secco, quaranticinque gradi possono essere la norma; eppure si sprecano tonnellate di acqua ogni giorno per mantenere verde il prato di fronte casa. E' vero che i prati contribuiscono a mitigare la temperatura, soprattutto la sera, ma ci sarebbe infinite specie native con cui fare lo stesso e
con meno spreco di acqua. E poi il prato verde e' pure noioso e richiede una cu
ra incredibile.
Ho tentato di piantare un po' di tutto, sperando di avere un raccolto in inverno
e , soprattutto, di poterlo mangiare. L'uva del giardino questa estate era infa
tti abbondante ma e' finita molto presto, quasi tutto il raccolto divorato
da una marmotta che si aggira nel vicinato. Ha mangiato tutti i grappoli lascian
do solo il raspo, proprio come fanno anche le volpi.
Spero che cavoli e carciofi non siano altrettanto succulenti per i roditori.

martedì 26 agosto 2008

birra fresca






Poteva passare un fine settimane senza andare a Yosemite? non sia mai!
Questa volta solo due giorni: partenza Venerdi sera tardi e ritorno alla quasi alba di Lunedi'.
Due vie: Crest Jewlery sul North Dome e Regoular Route su Fairview Dome, north face.
Crest Jewlery e' un mare di granito liscio e smerigliato: si procede con lentezza, spalmando i piedi sulle rughe del granito. Poco o niente per le mani, rari i buchi e i bernocoli. Un' arrampicata di movimenti lenti e di contrazzioni del corpo a cercare l'equilibrio. Bellissima linea, chiodata con spit piantati a mano, dal basso dai primi salitori... non ci si puo' lamentare se a volte ci sono dieci metri tra due protezioni, ci vogliono infatti venticinque minuti per piantare uno spit appesi su un hook. Un vento continuo ci ha accompagnato durante la salita contribuendo non poco a seccarci come prugne al sole. Dopo tre ore di avvicinamento, circa quattro per i dieci tiri della via eravamo completamente disidratati. Per essere veloci e leggeri avevamo tre litri scarsi di acqua...alla sosta del settimo tiro pensavo solo alla birra nella borsa frigo, all' ottavo il casco arancione di Davide mi ricordava il melone lasciato in tenda, al nono Emilio Comici mi e' apparso al fianco offrendomi un Gatorade ghiacciato... arrivata in cima, dopo due ore di cammino siamo ritornati alla macchina, di corsa verso la birra e verso un pediluvio nel lago!



Domenica sveglia all' alba, Regoular Route su Fairview Dome. Inclusa
nelle 50 piu' belle salite del Nord America.. e a ragione.
Dodici tiri, i primi quattro continui ("incredible sustained", dice la guida..)
resi lisci come marmo dalla neve e dall' acqua... "patagonici" dice scherzando Davide, mentre lo recupero. Io cosi' a Sud non ci sono mai stato, ma la via mi ha confermato ancora una volta come i numeri vadano presi con le pinze e qui esistono solo due numeri che contano: passi o non passi. Niente soste di calata, tre chiodi rugginosi su tutta la via. se inizi devi finire...



Nelle foto: in vetta della Regular Route: sullo sfondo si vede chiaro Mt. Conness; sul settimo tiro di Crest Jewlery; la parete sud dell' Half Dome vista dal North Dome; autoscatto in vetta.

giovedì 21 agosto 2008

toulomne report



Tre giorni a Toulomne, in compagnia di Eric, bell' esempio di melting pot: meta' giapponese, meta' hawaino, sposato con una donna per meta' african american e l'altra meta' filippina... Con Eric avevo arrampicato un paio di volte
all' aperto, su vie a spit e, piu' o meno ogni settimana, ci incontriamo a tirare prese di plastica... a quasi cinquanta (!!) anni, ha stamina e power da vendere e ci siamo trovato piuttosto in sintonia anche arrampicando vie in stile trad.
Il parco ovviamente straborda di gente e cosi' abbiamo dormito in macchina la prima notte e fuori dal parco le due successive. Stranamente non abbiamo trovato traffico sulle vie, a parte l' ultimo giorno in cui ci siamo rilassati sul tenaya peak: 14 tiri facillimi e super divertenti da fare di corsa. Abbiamo anche incontrato due cordate di itagliani, con divise "Montura-Cai" di ordinanza. Si schiantava dal caldo e loro erano vestiti da spedizione patagonica... e nella migliore tradizione si sono distinti per poca educazione e un'attitudine da vere merende: urla, tentativi goffi di sorpasso del secondo di cordata, ammucchiate varie alle soste... ad un certo punto ero su una micro cengia, con due nut per fare la sosta e mene sono trovato uno praticamente in braccio..."disturbo?", "no prego, chiamane altri...". Pur di staccarli, ci siamo fatti due tiri
in conserva (simul climbing)....
Ho testato anche la qualita' dei friends Black Diamond, con un volo di circa dodici metri su "Hoodwink" (5.10a R), a conferma che le vie aperte da Jim Bridwell sono da temere: io non mi sono fatto niente (qualcuno in cielo veglia...) , Eric si e' bruciato le mani e lussato una spalla per la frustata. La colpa del tutto e' stato il caldo: la gomma delle scarpe fondeva ed e' partito il piede su una placca superliscia... la prima protezione non ha retto, la seconda non ha retto (erano psicologiche..) la terza si. A posteriori sudo a pensarci.
Un volo lungo si definisce in gergo "whipping".

Lezione tratta dal viaggio: portare su il grado con l' arrampicata trad e' dura.


Nelle foto : Eric sul terzo tiro di "On the Lamb", lungo traverso di 250 metri...grandioso!
In vetta al Tenaya Peak, cool man!

domenica 3 agosto 2008

L'impero corrompe ancora...




Alla fine, alla eta' di quasi trent'uno anni, ho acquistato un'automobile. La bici rimane il Mezzo per eccellenza per spostarmi ogni giorno, ma confesso che andare in montagna e ad arrampicare senza avere un auto e' quasi impossibile e ormai mi ero rotto di affittare macchine. Di certo non e' un auto di lusso, con 1000 dollari non potevo aspettarmi di piu' e mi fa ridere che la mia bici da strada costi piu' della macchina. Cigola un po' in salita e ogni tanto qualche strano suono mi fa stare in allerta...pero' sono diventanto socio dell' ACI americano, cosi' pure se mi si ferma nel deserto mi vengono a prendere...spero almeno. Quindi per essere ben integrato nella cultura locale mi mancano ormai poche cose: mangiare carne (dubito... ho pure smesso da mesi di mangiare le uova), tagliare l' erba del prato con un potente tagliaerba da 2000 cavalli, comprarmi un fucile per difendere la proprieta', avere un adesivo "support our troops" sul cofano, masticare tabacco alle partite di baseball...beh potrei continuare con la lista degli stereotipi, non e' poi cosi' corta... in compenso ho mangiato piu' volte i mushlmellows arrosto, bevuto la root beer e fatto colazione con dei pancake "finti" per vegans....al peggio non c'e' mai fine.

venerdì 18 luglio 2008

numeri...

Ieri un americano mi chiedeva come mai ci fossero cosi' tanti italiani nelle universita' americane... gli ho risposto controvoglia, perche' a me tutta la retorica della fuga dei cervelli mi ha un po' stancato...
Eppero' la discussione non esaltante mi ha fatto fare due conti.. io alle scuole superiori ero in una classe di ventitre' persone. undici si sono laureate (tra i dodici restanti ci sono due/tre che stazionano ancora all' universita') . Tra gli undici, cinque lavorano fuori dall' itaglia. quindi direi 5 diviso 11... circa il 45%.
Nei dodici che non si sono laureati, almeno una persona lavora all' estero. Totale 6 su 23, circa 26% di fuoriusciti. Non male come fenomeno migratorio...
Ok, il campione e' ben lontano dall' essere rappresentativo, pero' qualcosa insegna, pure se fosse un po' scostato dalla media.
Un tratto comune dei fuorisciti e' che sono contenti di stare all' estero, hanno in genere un lavoro appagante e non saprebbero cosa fare in itaglia, terrorizzati da stipendi da fame. va tutto bene comunque...

venerdì 4 luglio 2008

4 luglio...

Settimane fa mi sono convinto a cercare un libro di storia
Americana, giusto per capire meglio il posto dove sono, per confermare o confutare tutti i pregiudizi che mi porto dietro sulla storia di questo paese...
Consigliato da un amico ho iniziato
a leggere "A People's History of the United States" di Howard Zinn,

Il libro e' corposo e, nell' ultima edizione, copre un periodo di tempo che va dall' arrivo di Colombo all' 11 settembre e l' era Bush. Nonostante sia un saggio , ha la scorrevolezza di un grande romanzo e offre una prospettiva "dal basso" della storia di questo paese... non l' ho ancora concluso e vorrei scriverci con calma una volta terminata la lettura. Ora segnalo solo una versione on-line per chi volesse leggerne anche solo qualche capitolo.
Consiglio il primo, quello su Cristoforo Colombo: il navigatore romantico, per ripagarsi dei debiti accumulati per organizzare le spedizioni oltreoceano, ridusse in schiavitu' intere isole dei caraibi, costringendo i locali a lavorare in
miniere improvvisate, nel vano e inutile tentativo di trovare un oro inesistente.
Compi rappresagli educative contro i villaggi che non riuscivano ad accumulare
oro a sufficienza e, alla fine, convintosi che di oro nelle isole non cen'era, promise schiavi ai finanziatori spagnoli: i piu' morirono nella traversata.
Qui c'e' pure una giornata di festa nazionale, "Il Columbus day"; in Italia ci sono invece strade, piazze e anni fa ne fecero pure un "simpatico" pupazzetto per festeggiare credo il cinquecentenario della "scoperta" dell' America...

martedì 24 giugno 2008

Mal di quota?

Non so se e' stata suggestione o se era realmente un fatto fisiologico, ma passare in meno di un giorno da quota zero (Davis) a piu' di 3000 metri e poi arrampicare intorno a 3400, mi ha spezzato il fiato... In effetti 3400 non e' una quota cosi' elevata (piu' o meno come la Marmolada) ma qualche ora in piu' per ambientarsi non ci avrebbe fatto male.
Ma il tempo e' tiranno, e se lo si somma ad una certa impazienza, e' chiaro che non si puo' aspettare troppo... a parte un certo fiatone il resto pero' e' filato tutto liscio ed e' stato piacere puro arrampicare a Toulumne: paesaggi incredibili, granito ottimo, linee di salita che quando hai finito vorresti rifarle. Tuolumne fa sempre parte del parco di Yosemite, ma l' ambiente e' decisamente diverso dalla Valle, piu' "montagna" e pure lo stile di alcuni salite e' piu' vicino ad uno stile alpino, con avvicinamenti lunghi e linee di salite che richiedono buone capacita' di orientamento, resistenza e, ovvio, sapere attrezzare tutta la via... Rimane sempre un' arrampicata "severa", nel senso che le linee "plaisir" per un arrampicata di massa, super attrezzate e messe "in sicurezza" sono per fortuna inesistenti. Ognuno qui e' libero di scegliere il suo livello di "commitment", in un gioco divertente aperto a tutti, in cui pero' e' inutile e un po' rischioso mentire a se stessi. E' un terreno in cui rimane ancora spazio per l' avventura, per chi abbia voglia di confrontarsi con se stesso, con la natura e con quello che altri hanno fatto in passato. Prima che fisico, continuo a pensare che sia un bellissimo esercizio mentale di concentrazione, per capire in fondo dove sta il proprio limite.
I veri pericoli a Tuolomne sono poi le zanzare, incredibilmente voraci durante il disgelo, e le marmotte, pronte a mangiarti lo zaino, la sosta, le scarpette appena ti distrai un attimo ... ma come ci arriveranno lassu'???

Nella foto, avvicinamento per Cathedral Peak (sullo sfondo)
Un po' di foto (alla macchina fotografica Ivan) si trovano qui


sabato 31 maggio 2008

Il fuoco che purifica



Ho scoperto con meraviglia che la superficie boschiva della California e' in pericolo non solo per la pressione antropica ma, paradossalmente, pure per l' assenza di incendi o per l' eccessivo controllo dei fuochi spontanei da parte dell' uomo. Sembra paradossale, ma gli incendi aiutano il bosco a rigenerarsi permettendo di selezionare in modo naturale le piante piu' forti e resistenti. In assenza di incendi molte specie muoiono o fanno fatica a crescere, soffocate da un sottobosco troppo ricco e denso... L' esperimento di non ostacolare i focolai naturali sembra stia dando ottimi risultati in molti parchi, come Yosemite.

Nella foto cio' che resta del bosco intorno a Phantom Spires: venti anni fa gli alberi coprivano la vista dei picchi di rocce e da qui il nome. Ora le Spires sono ben visibili dalla strada (siamo sulla statale 50, direzione Tahoe Lake), ma resta comunque un posto stupendo dove arrampicare, muovendosi tra fessure e bernocoli di roccia. E godersi poi dalla cima la vista delle vallate intorno dove, con forza e tenacia, gli alberi hanno riniziato a crescere...

venerdì 30 maggio 2008

Neve



















































Capita di andare in mezzo al deserto, quasi in estate, e ritrovarsi poi in mezzo ad una tormenta di neve.
Ho trascorso il finesettimana scorso sulla Sierra, tra Mammoth e Bishop. Lo scopo del lungo viaggio
era arrampicare nella gola di Owens River Gorge,
frattura della terra nel mezzo del deserto, polvere color arancio coperta da indomiti cespugli.
Per due giorni mi sono goduto la roccia
vulcanica, compattissima, con una aderenza stupenda con tacche orizzontali e fessure di ogni forma e dimensione. Il divertimento pero' era troppo, cosi' era giusto che il meteo ci riportasse a livelli normali di entusiasmo e ci costringesse a ritornare prima del tempo a casa. Domenica pomeriggio ha iniziato a piovere prima e poi a nevicare. Uno spettacolo stupendo vedere il deserto e le montagne della Eastern Sierra coprirsi di bianco quasi all' istante. In fondo la neve non e' stata poi un cosi' cattivo segno del cielo. Altra consolazione e' stato fare il bagno in una sorgente di acqua calda naturale, di notte, mentre tutto intorno era gelato e i capelli fuori dall' acqua diventavano bianchi per la neve.
Nessuna foto in parete: la foga arrampicatoria era troppa e poca la voglia
di fare foto...

Il prezzo del cibo


Libro di foto e storie, che si aprono su un mondo
parallello alla California delle spiagge da cartolina,
delle citta' "liberal" o dei parchi selvaggi...
E' il mondo dei migranti che per trenta dollari al giorno raccolgono tonnellate di verdura e frutta, per fare in modo che il consumatore medio possa avere il prezzo piu' basso e magari continuare pure a lamentarsi. Quasi sempre senza permesso di soggiorno, vivono in container, capanne, treni in disuso o case sovraffolate. Ufficialmente non esistono e si materializzano magari nei discorsi di qualche politicante/predicatore "perche' sono troppi"...
Mi piacerebbe vedere un giorno cosa succederebbe ai fidati e mansueti elettori se di colpo sparissero questi "illegali", chi andrebbe a spaccarsi la schiena a cinquanta centesimi per quintale di pomodori. Sarebbe magari educativo organizzare delle gite "a ritroso": prendere un campione variagato di politici ed elettori e fargli passare il confine con il Messico a piedi, in mezzo al deserto per poi vivere anche solo un mese da "straniero" in terra Messicana. Chi passa il test (se lo passa) avra' poi diritto di sparare tutte le stronzate che vuole sull' immigrazione e sugli stranieri...
Scrivo sul Messico, ma in realta' avrei molto piu' piacere a fare un test del genere su parecchia gente in Itaglia...magari sarebbe la volta buone che ce li togliamo di mezzo...


Storia a margine: siccome sono in un periodo in cui amo fare polemica a gratis, giusto l' altro giorno al supermercato ho avuto un "frizzante" scambio di opinioni con una coppia di fronte al banco della frutta. I due si lamentavano del prezzo (ridicolo) delle fragole e, ammiccando, si sono rivolti verso di me, cercando forse supporto per la loro lamentatio... io ho fatto notare che se le avessero raccolte loro sotto il sole probabilmente avrebbero preteso almeno il triplo e forse sarebbe stato per loro salutare andarci un giorno a raccoglierle. Dalle facce ho dedotto che non hanno apprezzato o forse nemmeno capito....


Un saggio delle foto si puo' trovare qui

lunedì 12 maggio 2008

sand bag

Di nuovo a Yosemite, ormai completamente
stregato dalla valle.
Questa volta mi sono risparmiato il viaggio in solitario e sono partito insieme a Davide, cordata Italica alla conquista dei graniti della valle, sprezzante del traffico, del gasolio a quattro dollari e soprattutto incuranti di campeggi sovraffolati...infatti abbiamo dormito sempre in modo non propriamente legale, smontando la tenda al mattina presto e evitando, con vera virtu' tutta itagliana, che i rangers ci multassero o mandassero via. Sabato e' stato un giorno fantastico. Abbiamo fatto il concatenamento di due vie superclassiche a cinque stelle "AfterSix" + "NutCrackers". Credo che NutCrackers sia la via in stile trad piu' divertente e bella che abbia mai fatto (aperta da R. Robins senza mettere manco un chiodo!). Si arrampica mai al limite (la difficolta massima e' VI), le protezioni si piazzano bene (un sacco di microfessure per gli stoppers) e soprattutto c'e' di tutto: incastri di mano, pugno, sezioni di tetti con fessure di dita, placche e dulfer... e pure sull' unico runout lungo della via, i cristalli tengono e arrampicare e' come nuotare rilassati nell' acqua calma.

Domenica e' stata invece la rivincita della montagna, a ricordarmi l' umilta' e quanto i gradi (almeno sul granito della valle) vadano presi con molta cautela..
Decidiamo di fare la combinazione Munginella + Selaginella. Munginella va via veloce, manco forse il tempo di godere del panorama. Facciamo qualche metro e troviamo l'attacco (a fatica) di Selaginella.
Parto deciso e impiego un' ora piena per fare sessanta metri, su una dannata fessura off-witdh. Alla partenza decido di fare la versione dura passando da sotto un tetto... libero la sezione, ma lascio nei primi dieci metri friends da 3 e 4 e mi ritrovo a fare il resto solo con misure ridicole... cosi' incastrando di ginocchio, unendo a incastro i due pugni, centimetro per centimetro, sono riuscito ad arrivare in sosta stremato mettendo qualche stopper psicologico sul fondo della fessura. Il tiro successivo era simile, ma almeno avevo qualcosa per prottegermi...insomma due ora e mezza per cento metri scarsi. Poi e' venuta giu' la pioggia e abbiamo ripiegato, forse richiamata per le bestiemme che ho tirato al cielo... ma forse era pure meglio cosi', non ne avevo piu' e l'idea di farmi da primo altri tre tiri non mi esaltava. Per i feticisti del grado, la via nel complesso era un banale 5.9 (VI-, VI ...) e la sezione con l'off-width era data 5.7 (ho scoperto poi che ci sarebbe dovuta essere una radice di un albero ad aiutare la salita...ma io non ne ho vista traccia...)

Nelle foto: Yosemite Fall nella loro potenza da postdisgelo; il profilo del Nose semplicemente perfetto; io sui facili tiri di After Six

PS: si definisce "sand bag" una via dietro il cui grado si nasconde un' inculata pazzesca..


domenica 27 aprile 2008

The Road



Volendo mettere un etichetta, o definire un genere, The Road potrebbe essere definito come un romanzo post-apocalittico. Cormac McCarthy descrive il viaggio fuga di un padre e di suo figlio attraverso un' America completamente bruciata, dove tutte le forme di vita sono state spazzate via da un misterioso e non descritto
evento apocalittico. I due personaggi tentano di raggiungere il Sud Ovest, nella speranza di sfuggire dai rigori dell' inverno, attraverso montagne desolate, boschi inceneriti e citta' fantasma, dove tutto e' coperto da cenere.
Il ritmo del romanzo e' lento, modulato quasi dall' incedere incerto dei protagonisti, ossessionati da una fame perenne e dal timore di incontrare le bande di fuorilegge/cannibali che controllano le strade. Sono rimasto incollato al libro, completamente assorbito nel seguire la gioia del padre e del figlio per una scatoletta di cibo trovato e il loro terrore di fronte alle file di persone bruciate vive ai bordi delle strade.
Inutile dire che all' inizio avevo comprato il libro spinto dalla mia componente escatologica, dalla mia attrazione per gli scenari apocallittici...
Alla fine pero' sarebbe riduttivo vedere il libro come la descrizione di una fuga tra scenari da day- after o come un'ennesimo romanzo su sopravvissuti. Il libro e' soprattutto la storia di un legame fortissimo tra due persone -un padre ed un figlio- e, dietro il viaggio tra macerie e desolazione, c'e' in fondo un viaggio atttraverso gli istinti ultimi e i sentimenti piu' profondi dell' essere umano.
Un po' fuori tema dal contento del libro, mi chiedo se sia davvero necessario
un evento drammattico, uno shock forte per risvegliare il genere umano dal sonno della ragione..o se un cambio di stili di vita possa pure avvenire in modo graduale...magari poi "l' evento drammatico" potrebbe lasciare solo cenere intorno e ben poca speranza di ricostruire... (la frittata di cipolle ha sempre un effetto devastante sulla mia vena millenarista...)

lunedì 21 aprile 2008

prima volta..

"Yosemite Valley e' per l'arrampicata quello che il Vaticano e' per la chiesa cattolica. Potranno nascere nuove correnti, fedi, eresie e stili ma qui sara' sempre Il Posto, dove tutto e' iniziato e dove ritornare per trovare la retta via e capire cosa e' l' arrampicata." queste le parole pronunciate da un arrampicatore a Camp 4, dopo avere saputo che arrampicavo per la mia prima volta nella valle. Sono arrivato a Yosemite di notte. Ad accogliermi una luna piena immensa che faceva brillare le pareti di El Capitain. Ho fermato la macchina al bordo della strada e sono rimasto impalato a vedere quel mare di roccia illuminato, finche' il freddo mi ha convinto ad arrivare a Camp4 e mettere la tenda.
Camp 4 e' come viene descritto, quasi che ognuno recitasse una parte da copione.Non ci sono docce, ci sono solo tre gabinetti, non c'e' nessun servizio, e' sovrapopolato... ma e' il miglior campeggio dove io sia stato. E' popolato da arrampicatori da ogni parte del mondo, piu' o meno forti, ugualmente fanatici. Forse sono stato fortunato oppure sono capitato nell giorno giusto, ma ho trovato molta voglia di socializzare e stringere contatti umani, anche solo per dare un consiglio sulla via da fare, offrire una birra intorno al fuoco o consigliare la misura giusta di un cam. Sono arrivato a Yosemite da solo, ho appeso un messaggio alla bacheca per cercare un compagno di arrampicata e l' indomani ne ho trovati ben due: un olandese in soggiorno prolungato a Camp4 e un ranger del parco. Abbiamo fatto cosi' una cordata da tre. La roccia non e' ne' migliore ne' peggiore di altre posti come Phantom Spires o Sugar Loaf... ma l' ambiente intorno e' pazzesco.. anche se nel villaggio si trovano obesi su SUV e radioni a tutta potenza.... arrampicando ho avuto l' idea del selvaggio, della natura nella sua espressione di potenza.

Alla fine ho fatto una mattina di boulder (aspettando i compagni di arrampicata), qualche via sportiva, alcuni monotiri in stile trad e due vie multi-pitch "old school" , "Commitment" (aperta da Jim Bridwell..) e "The Caverns". Niente di mortale, ma una buona introduzione alla valle e alle sue regole (Commitment ha un passaggio stupendo sotto un mega tetto...) poi il tempo e' volato e mi sono dovuto rimettere nella scatola di latta per guidare 180 miglia verso Davis, con la testa che macinava tutte le vie che avrei voluto fare, troppe per un solo WE...
(per ora non ho nessuna foto, aspetto che Hingrman, l' olandese, me le spedisca...)

lunedì 14 aprile 2008

che botta...

manco so che scrivere, mi devo ripigliare dai risultati delle elezioni... e io che davo vincente il PD e SA al 10-12%...

giovedì 10 aprile 2008

Un grande Imbroglio

Repubblica riportava l'ennesimo aumento del petrolio...

"Benzina e gasolio aumentano ancora: 1,398 la verde, 1,367 il diesel. Intanto, a New York si registra un nuovo record storico del petrolio dopo le pessime previsioni sulle scorte di greggio degli Stati Uniti. Il contratto di riferimento sul Nymex, il light sweet crude con consegna a maggio, è salito a 111,8 dollari al barile con un balzo di 3,26 dollari al barile rispetto alla chiusura di ieri".

e pero' oggi un entusiasta titolo sembrava riportare il livello di paura collettiva nei giusti parametri, rasserenando il lettore con l' arrivo dell' idrogeno in terra di puglia...

La storia dell' idrogeno come panacea per la nostra voracita' di energia e' una grandissima stronzata o truffa... l' idrogeno e' un vettore di energia, nel senso che e' un modo per trasportare energia e per produrlo servono altre fonti. Cosi' che gridare "usiamo l' idrogeno" serve a poco se poi non si trova un metodo per produrlo realmente efficiente dal punto di vista energetico. In realta' quella di confondere un vettore di energia con una sorgente di energia, si inserisce in un "filone di pensiero" piuttosto diffuso, che tenta di spacciare come energie pulite, quelle che pulite non sono. Tra queste truffe quella che piu' mi spaventa sono i bio carburanti, ovvero produrre combustibili dalla fermentazione di prodotti organici, in particolari mais e canna da zucchero...

Consiglio la lettura di questo articolo, che condensa e chiarisci bene gli aspetti del problema.

Si stanno radendo aree selvagge per fare posto a campi di soia, visto che i vecchi produttori di soia preferisco produrre mais per biocarburanti, il prezzo dei generi alimentari -grano, riso- sta aumentando in modo vertiginoso (rivolte in messico e Pakistan), le emissioni finali di CO2 non diminuiscono, visto che per l' agricoltura sono fondamentali derivati del petrolio o l' uso di macchinari e che la scomparsa delle foreste o aree selvagge fa si che non venga compensato la CO2 emessa.
Si continua a sviare il problema, quello dei consumi troppo elevati, sperando che improbabili ricette "scientifiche" riportino la calma e la serenita' e che la transizione ad un mondo senza petrolio sia indolore e liscia, che' tanto si trovera' qualcos' altro da bruciare e la colpa non e' mai nostra...forse oggi mi sono svegliato storto, ma no, tutto fuorche' indolore sara'
la fine del petrolio...

domenica 16 marzo 2008

18 marzo 1978

Durante gli anni a Milano, c'era un posto che riusciva a trasmettermi un senso di tristezza assoluta e di sconforto, nonostante fosse apparentemente solo una strada anonima, nemmeno tanto di passaggio nel quartiere Casoretto. Su un muro di cinta scrostato c'era, forse c'e' ancora, una frase presa
dalla "Ballata degli Impiccati" di Fabrizio de Andre' :" Costruiamo un segreto rancore che ha l'odore del sangue rappreso, ciò che allora chiamammo dolore è soltanto un discorso sospeso". Quel posto era, e' via Mancinelli. Trent'anni fa, il 18 Marzo 1978 Fausto Tinelli e Lorenzo Ianucci venivano uccisi a sangue freddo a colpi di pistola. Nessun colpevole, nessun mandante. I tre fascisti indagati (Massimo Carminati,Mario Corsi e Claudio Bracci) assolti per insufficienza di prove. Una coltre di omissioni e omerta' ha coperto indagini e processo, fino alla sua archiviazione nel 2000. Senza nessuna rettorica, provo schifo e rancore per la verita' mancata, per gli archivi del Ministero degli Interni ancora chiusi, per la memoria corta, per quelli che a braccio teso continuano ridendo a dire mene frego nelle interviste e poi siedono in parlamento, per le pietre
che continuano a deviare proiettili in aria, per i "se l' era cercata"...
"Normalita'" per un paese e' pure non dimenticare, chiarire, non ripetere gli errori...siamo ancora lontani...

Decrescita e sensi di colpa

Da anni cerco di seguire nella mia quotidianita' i dettami della decrescita, riducendo al minimo i consumi o riflettendo con cura su cosa comprare e consumare. I maligni sghignazzano, dicendo che in fondo ho solo dato una copertura economico-politico ad una atavica tendenza alla moderazione o al risparmio tipica delle mie origini contadine. L' idea di una esistenza a impatto zero e' diventato un progetto molto arduo da quando vivo in California, nonostante su molto giornali questa terra venga descritta all' avanguardia per politiche ambientali. Dopo una notte passata allo Sheraton di Dallas, a spesa di American Airlines, in un albergo immenso tenuto a temperature polari, pieno di tutto l' inutile immaginabile, il senso di colpa mi ha portato a scrivere queste righe.
In ogni momento della mia giornata devo venire a compromessi con quello che invece sarebbe lo stile di vita giusto e il risultato finale e' un misto di senso di colpa e di superiorita' per le scelta del quotidiano. La scelta vegetariana e' facilmente praticabile. Posso comprare prodotti agricoli coltivati localmente, pure biologici. Eliminare la carne, le uova e il latte non e' particolarmente complicato. Non compro da una vita prodotti surgelati o inscatolati. Cerco di limitare al massimo i prodotti alimentari che hanno subito trasformazioni. Tutto semplice finche' non si decide di mangiare fuori o di mettere il naso fuori dalla California.... sono stato per esempio la settimana scorsa a New Orleans e mi sono piegato mangiare il pesce, unica opzione a basso impatto (li il piatto tipico e' l' alligatore, allevato in batteria come i polli...). Nel resto degli stati uniti l' opzione cibo a basso impatto e' una chimera. L'altra complicazione e' la vita mondana-sociale: bere un caffe' in compagnia implica che devi sobbarcarti il costo ambiantale di contenitore in plastica e cartone, visto che e' rara l' opzione della tazza in ceramica. insomma se abbassi il livello di guardia finisci subito per inquinare. La vera nota dolens sono i trasporti. Uso la bici ogni giorno, ma basta un solo volo per vanificare ogni sforzo quotidiano. Nelle ultime ventiquattro ore, dieci le ho trascorse su di un aereo: pare che non ci sia alternativa per andare da un posto ad un altro, se non quella di stare fermi nello stesso posto. Forse la tecnologia potrebbe limitare di molto i viaggi, ma pure li' ci sarebbe comunque il costo ambientale per produrre la tecnologia stessa. Il trasporto pubblico e' inesistente o quasi e la geometria dei luoghi e' disegnata sulle esigenze dell' automobilista e non del ciclista-pedone. Benche' io non usi il riscaldamento e non abbia il condizionatore, la quantita' di energia elettrica che va via per il mio lavoro, per far funzionare i cluster su cui brucio cpu, pareggia ampiamente il conto finale (basta entrare una volta in una sala macchine di un centro di calcolo, per avere idea dell' energia spesa per produrre cifre significative in un conto...).

Insomma nonostante abbia cercato di fare dell' essenziale e del vuoto il mio
faro guida nelle scelte dello stile di vita, a guardare bene ci vorrebbero comunque tre pianeta terra e mezzo se tutti facessero il mio stile di vita...

http://www.earthday.net/footprint/

il dramma e' che non so pero' su cosa tagliare, a meno di non decidere di cambiare lavoro e fare vita ritirata e fortemente stanziale. Anche andare ad arrampicare in posti lontani incide in modo negativo sul bilancio finale.

Un amico, a cui ho fatto l' errore di regalare Collapse di J. Diamond
si e' cosi convinto che ormai tanto vale bruciare tutto e in fretta, cosi' ci togliamo il pensiero... credo che un quinto del genere umano sia seguendo questo consiglio, pure senza avere letto il libro. L' Apocalisse e' forse vicina... non cavalette ma orde di consumatori obesi ne sono un segno...

lunedì 3 marzo 2008

A long run-out

Dopo due settimane di piogge torrenziali,
il fine settimana e' tornato finalmente
il sole, cosi' sono stato ad a arrampicare
a Pinnacles National Park. Torrioni di roccia vulcanica in mezzo a una vallata di querce. Il posto merita, i paesaggi pure.
L'arrampicata e' interessante ma diciamo non lcosi rilassante, nonostante l'affollamento
di alcuni settori all' inizio mi avesse fatto pensare ad un posto da merende...
La chiodatura e' presente su alcuni tratti ma la roccia non permette di integrare perche' spesso tende al marcio o le fessure non sono nette. In molte vie la prima protezione e' a quindici metri da terra e richiede boldness e concentrazione. Nella foto sono su "Lost arrow" (5.10d R, circa 6b+/6c runout) chiusa dopo avere invocato protezione di tutti
gli spiriti della valle (nella foto la prima protezione e' dove la corda piega). In vari altri casi pero' , non documentati da fotografie, ho rinunciato con la coda tra le gambe. Come indicava la guida, il posto e' l' ideale per migliorare il sangue freddo e ridimensionare il proprio io. Il bilancio del fine settimana e' stato cosi' una buona dose di schiaffoni e di strizza su protezione precarie. Pero' le volte
che arrivi alla fine e' tutta un' altra soddisfazione...

lunedì 25 febbraio 2008

Su mele amaricosu

Bi sunt dies chi totta sa tecnologia non est bastante pro aculumare totta sa distantzia e sos peraulos puru servint pagu... M' est semper piaghida sa poesia de Bobore Cambosu, e oe m'est bennida a sa mente pro unu fattu chi est cappidadu in su lugu de sos raigos...no est meda cosa, ma l'appo iscritta inogo mantessi, proitte a su telefunu beniat male a la narrere...
Zua' no istas in pessos!

Ara sa terra, massaju, ca est ora de
arare... giama a Maimone, su deus de s’abba, giamalu e narali... a su trigu, abba prima e abba pustis... cras o pustiscras has a bidere su miraculu de donzi annu... piga subra un’arvure e nara... trigu, beni... e has a bidere sas primas limbas birdes de su trigu chi bessin dae sutta sa terra...a s’arzola, a s’arzola... benzat su entu ispuligadore... torrant sos carros dae s’arzola garrigos de trigu... e già s’istiu est finidu... torrat sa castanza, sa melachidonza, su binu nou... totu torrat e hat a torrare cando nois no hamus a essere pius bios... ma b’hat a essere s’arvure chi hamus piantadu... sa cosa zusta est de lassare bonos ammentos... comente unu chi hat fattu carchi cosa pro mezorare su mundu

Nemesis



Nemesis e' l'ultimo libro di un trilogia scritta da Chalmers Johnson, giornalista, scrittore e documentarista. Il libro fa parte della collana "The American Empire Project", una serie di libri che tenta di smontare e analizzare l'attuale situazione militare, economica e politica degli USA, nelle loro prospettive imperiali.
Quella che un tempo sembrava essere una parola impronunciabile per molti politici -Impero- e' diventata l' idea fissa della banda di persone che controllano la casa bianca. In effetti il tema del libro non e' certo nuovo, ma almeno questa volta il libro sono riuscito a finirlo e capirlo, mentre in passato simili opere mi avevano
respinto al primo capitolo (li tengo pero' in bella mostra nella libreria, che' fa fino avere certi tomi...).
Nel libro , senza alcuna rettorica o veemenza ideologica, viene presentata la nuova politica imperiale americana, e le sue conseguenze sulla vita politica interna agli Stati Uniti e sui futuri assetti mondiali. Viene mostrato il funzionamento della rete di basi militari intorno al mondo e la struttura "imperiale" delle forze statunitensi sparse sul pianeta, con un parallelo con gli imperi del passato, quello Romano e Brittanico. Una proiezione di forze che mira negli anni futuri allo spazio, in un delirante progetto di costruzione di nuove basi in orbita, capaci di colpire in ogni luogo senza problemi di spazi aerei o di governi pacifisti o di regimi a cui dare la biada. Con la motivazione della sicurezza, il potere esecutivo ha eroso negli anni il senso stesso della carta costiuzionale americana, affidando alle agenzie di sicurezza, attravero immensi "black budget", un potere di azione praticamente senza controllo. L 'agenzia centrale di sicurezza e' diventata insieme alle forze speciali, un corpo privato del presidente e del suo staff, senza che il parlamento possa in alcun modo anche solo conoscere bilanci e finalita' delle operazioni.
Finito il libro, ho avuto la sensazione che l' entusiasmo per la campagna elettorale americana, la speranza di un cambio di guardia a Washington sia in qualche misura esagerato o fuorviante. E' chiaro che chiunque sara' meglio dell' attuale amministrazione, ma ci sono interessi e forze che vanno al di la' del personaggio che per qualche anno verra' poi chiamato presidente. Interessi e forze che garantiscono la sopravvivenza di questo paese, almeno per come e' ora, nei suoi stili di vita e cultura. Mi sono risvegliato con un certo imbarazzo dal sonno della ragione quando mi e' stato fatto notare da un amico che stavo giudicando come partecipazione quello che e' forse meglio definire come entusiasmo messianico....si aspetta l' uomo della previdenza che rimetta a posto tutto e ridia felicita' e serenita', senza sforzo. Nella provincia mediterranea dell' Impero accade qualche cosa del genere, ma questo magari meritera' un altro post di deliri...

venerdì 15 febbraio 2008

Aria stantia...

Ho trovato queste parole di Pier Paolo Pasolini e, ancora una volta, mi sono stupito della sua visione profetica...

“Ho visto alla televisione per qualche istante la sala in cui erano riuniti in consiglio i potenti democristiani che da circa trent’anni ci governano.
Dalle bocche di quei vecchi uomini, ossessivamente uguali a se stessi, non usciva una sola parola che avesse qualche relazione con ciò che noi viviamo e conosciamo.
Sembravano dei ricoverati che da trent’anni abitassero un universo concentrazionario: c’era qualcosa di morto anche nella loro stessa autorità, il cui sentimento, comunque, spirava ancora dai loro corpi.”

martedì 12 febbraio 2008

Alpinismo eroico


























Nelle foto sto salendo da secondo con la corda dall' alto ed e' cosa di cui vergonarsi, esempio di pessimo stile. Pero' le foto meritano e tanto vale offrirsi al pubblico dileggio. Ammetto che questo tiro l' ho provato solo top rope e da primo non ho avuto ancora coraggio. E' poca roba per i gradi del giorno d'oggi (6c) ma nei primi metri forse si riesce a mettere un micronut e l'incastro mi fa paura (non sono ancora pronto a farmi amputare mezzo dito in caso di caduta).

Ci vorra' un po' di tempo per emanciparsi e non essere piu' solo uno "sport climber" , termine quasi dispregiativo con cui mi apostrofa il mio compagno di arrampicata, Tom. Equivale al' italica versione di FF, ma piu' corretto politicamente. Credo quindi che la strada per diventare un "bad ass" sia molto lunga, semmai potro' fregiarmi di tele titolo.



venerdì 8 febbraio 2008

L' ultimo uomo

Ultimamente al cinema sto guardando di tutto, anche i prodotti ammerigani di peggiore specie.
Il fondo l'ho toccato con "Coverfield", una vera "cagata pazzesca". Sono andato a vederlo perche' avevo visto la coda di fronte al cinema e mi era sembrato interessante seguire i costumi del luogo e immergermi in cotanta americanita'.
Il brusio degli spettatori e i commenti a voce alta durante il film, mi hanno fatto divertire piu' del film.
Distaccato da Coverfield, ma sempre in posizione piuttosto bassa si piazza "I am a legend", la cui unica dote sono le scene di una New York da Day after, che fanno sempre presa
su una mia certa tendenza escatologica- millenarista.
Non pago di avere buttato otto dollari, mi sono pure comprato il libro a cui dicevano il film si fosse ispirato. Grazie a questo acquisto compulsivo, ho scoperto un libro che non ha niente a che vedere con il film e che racconta una storia ben diversa dalla trama del film, con un protagonista -Robert Neville- ben piu' complesso e umano del povero W. Smith...Il libro e' del 1954 e racconta la storia dell' ultimo uomo sulla terra e dei sui sforzi per sopravvivere, dopo che una piaga trasportata da tempeste di sabbia ha distrutto il genere umano, uccidendo i piu' e trasformando molti in vampiri. Vampiri che ormai sono i veri abitanti della terra e tra cui circola la leggenda di un unico sopravvissuto, di un uomo che gira di giorno e uccide i vampiri nel sonno... un uomo da trovare e uccidere, perche' diverso. Tutto questo nel film e' assente, come se la storia originale potesse essere una metafora troppo forte per un film da incasso...

lunedì 28 gennaio 2008

Schedature ...

La domanda retorica di oggi e': perche' a fare la fila agli sportelli degli uffici pubblici ci trovi
sempre i poveri?

Oggi ho fatto richiesta per il Social Security Number (in forte ritardo): Bus fino alla periferia di Sacramento e poi bici, fino ad arrivare nell' ufficio
strategicamente messo in mezzo ad una zona industriale e non in centro.... Cosi' si elimina sul nascere ogni possibilita' di arrivarci in modo comodo con i mezzi, ameno di non volere fare un gita in bici in mezzo ai capannoni.

A fare la coda eravamo una variegata rappresentanza di gruppi etnici. Io rientro nella categoria maschio Caucasico, un modo politicamente corretto per dire bianco. Se sei bianco ma vieni da Citta' del Messico sei Ispanico.
Se vieni dalla Spagna resti Caucasico. Puoi essere un AfricanAmerican o un Asian...ma qui non si va per il sottile... il ragazzo indiano a fianco a me si lamentava di essere messo insieme ai cinesi, perche' tre miliardi di persone avranno ben diritto ad almeno due insiemi...
Insomma fa bene prendere il bus e andare in posti diversi dalla ridente Davis.. apre la mente e mi ricorda che il posto in cui vivo e' un po' una stanza asettica, per niente riflesso di tutte le contraddizioni e stridori che ci stanno intorno