Ara sa terra, massaju, ca est ora de arare...



mercoledì 29 luglio 2009

Mt. Conness





Mt. Conness... ovvero come ricordarsi di colpo che esistono le montagne vere.
Perche' la high sierra non e' Yosemite, ne qualche ameno posto vicino a Lake Tahoe. Posti certo dove si puo' imparare molto, si puo' scalare su rocce magnifica e farsela persino sotto se si non si sceglie la via da salire con attenzione. Manca pero' una variabile importante, quasi assillante sulle Alpi, ma che qui mi ero scordato: il meteo!

Perche' arrampicando a Yosemite o Lovers Leap il clima e' sempre stabile, si arrampica rilassati e al piu' ci si prende un di di acqua addosso prima di arrivare alla macchina o in tenda.

Cosi' dopo quattro ore di approccio tra nevai e pietraie con 1200 metri di dislivello dalla tenda
alla base della via, abbiamo fatto marcia indietro a causa della quasi imminente tempesta.
E giu' via, a cercare di non attrarre possibili saette con tutta la ferraglia che avevamo addosso. La colpa pero' e' in parte mia: all' orizzonte si vedevamo gia' dalla tenda dense nubi, ma speravo nell' impresa lampo, rincuorato durante l' approccio da un cielo quasi pulito... e' quel quasi che mi ha fregato... Peccato, perche' la via meritava e la fatica dell' approccio doveva essere onorata. Era poi interessante vedere il corpo reagire al cambio di quota -da zero a 3900 metri in dodici ore-
pompando di piu' e facendo resistenza.

Pero' in fondo meglio lamentarsi seduto di fronte ad una birra di una salita non fatta, che bestemmiare in sosta sotto i tuoni...

venerdì 10 luglio 2009

Lunedi di fuga

Nonostante non passi inosservato, in quasi un anno e mezzo non mi ero mai azzardato a salirci realmente sopra. Timidamente mi ero avventurato sui miseri trenta metri di qualche monotiro alla sua base (giusto quasi per dire di averlo toccato). E penso che avrei aspettato ancora un po', non sentendomi pronto o all' altezza. O semplicemente per paura di rovinare la prima volta con una ritirata poco onorevole o con una salita di artificiale fin troppo faticosa (L. Hills le definiva le salite da carpentieri...).
E invece Lunedi', per uno scherzo della globalizzazione, mi sono ritrovato appeso su Free Blast in compagnia di M.O., due Sardi a godersi i primi dieci tiri della Salathe' immersi in quel mare immenso di granito che e' El Capitain.
Appeso e' il termine meno dignitoso ma piu' onesto, visto che M.O. si e' preso l' onere di aprire tiri che io avrei fatto da primo usando le staffe o un decina di resting. Ma tant'e'... la classe non e' acqua, e la via e' venuta in libera a riprova che l' arrampicata e' ancora tecnica e testa e non trazioni al pannello o noiosi monotiri con i rinvii passati. Gli amanti dei numeri rideranno a sapere che il tiro centrale e' dato 5.11c (6c+), quando ormai tutti fanno l'8a.... Ahh come pagherei a vederne un paio a cimentarsi con alcuni tiri della Valle...
Casualita' della vita... un articolo di M.O. su Alpinist che mi aveva colpito, uno scambio di mail, un suo viaggio in terra Californiana e un Lunedi' di fuga dall' ufficio. Anche il tempo e' stato clemente e un vento costante di termica ha impedito che ci arrostissimo sulla parete. Non avevamo la relazione, siamo saliti seguendo la linea piu' logica, e in sei ore e mezzo c'e' stato tempo per salire e scendere in doppia sugli scudi infiniti di granito di El Cap... Unico neo della giornata: la mia macchina fotografica e' dispersa ... Per fortuna abbiamo incontrati altri arrampicatori, che hanno fatto qualche foto con la promessa di spedirle al piu' presto.. speriamo...