Ara sa terra, massaju, ca est ora de arare...



venerdì 24 settembre 2010

Stare a galla




La cronaca estiva e' di solita piena di tragedie domesticobalneari.
Omicidi passionali, anziani abbandonati in salotto, storie di gelosia e
incidenti balneari. I morti affogati hanno sempre una certe risonanza, ancora di piu' se nella storia c'e' un dramma familiare. Il luogo e' di solito
un lago in montagna troppo freddo o una vasca per irrigazione troppo
scivolosa. Le storie appaiono sempre uguali, con qualche cambio di soggetti. Non si puo' chiedere troppo ad Agosto, pure la cronaca va in vacanza.
A leggerle di solito si risvegliava in me un cinico senso di selezione della specie "stupidi!, se non sanno nuotare stiano a riva!". Finche' due settimane fa' non ho rischiato di apparire in cronaca pure io, insieme ad Antonio. La cosa avrebbe fatto la gioia della Nuova Sardegna e dei giornali locali, un po' meno quella di parenti e amici.

Dopo una camminata, decidiamo di rilassarci sulle rive di Eagle Lake, un piccolo laghetto di montagna con un' isola al centro. Siccome mi viene l' ansia a stare fermo, propongo di nuotare fino all' isola. Saranno duecento metri in tutto. Le mie doti natanti sono scarse, ma alla peggio mi metto a pancia sopra e galleggio, mi dico.

Antonio indossa un costume dei tardi anni sessanta, ereditato forse da babbo. L' elastico del suo costume e' un vago ricordo cosi' decide di toglierselo e nuotare nudo, per lo sgomento delle famiglie puritane tutte intorno. Io il costume melo tengo (risale solo agli anni novanta e l' elatico regge...).

Dopo abluzioni fantozziane ci buttimao in acqua. Raggiungiamo con poco stile l'isola. I timpani fanno male per il freddo e uno dei due pure fischia...brutto segno. L' acqua e' sui 15 gradi e pure muovendosi non riesco a scaldarmi. Antonio ha gli stessi sintomi.

Decidiamo di tornare a riva. E qui l' inatteso. A meta' strada perdo completamente orientamento. tento di mettermi a pancia in su', fare "il morto" e non ci riesco...o forse ci stavo riuscendo benissimo! non capisco dove sia l' alto e il basso e inizio allegramente a bere acqua. Il collo e le orecchie fanno un male porco e sento solo un fischio acuto. Vedo Antonio un po' piu' avanti che ha gli stessi problemi. La cosa assurda e' che mi viene da ridere, perche', in un attimo di sdoppiamento, vedo la scena da fuori. Io ho gli occhi dilatati come un vitello, Antonio rigirandosi nell' acqua mostra il suo sedere all' aria.

Dopo dieci secondi di esperienza transcorporea, capisco che sarebbe proprio da stronzi affogare in quel modo! riesco a capire dove sono, fissando una cima intorno. Con sommo sforzo mi porto dove si tocca ... salvo! anche Antonio, dieci metri piu' in la', ha raggiunto la riva melmosa.

Ridiamo entrambi, mentre Antonio corre nelle frasche per coprirsi...
Esperienza quasi surreale, monito per un cinico che la selezione naturale degli stupidi e' sempre in agguato...