Ara sa terra, massaju, ca est ora de arare...



venerdì 27 dicembre 2013

La ricerca dell' esotico

Amber Fort, Jaipur

Chissa cosa' rimarebbe del turismo in India, se le citta' fossero pulite, se al posto delle scope di saggina ci fossero gli aspirapolvere, se il traffico fosse ordinato e se la maggior parte degli Indiani avesse un lavoro regolare senza essere invece costretti ad inventarsi i piu' disparati mestieri, cosi' esotici e affascinanti per i turisti. Mi accorgo che continuo a cercare anche io l'esotico. Capita cosi che le foto a cui sono piu' affezionato siano pure quelle che non esisterebbero oggi, se a tutti gli Indiani fosse stata data la possibilita' di avere una vita normale, con l' acqua corrente in casa, un tetto sopra la testa, una scuola per i bambini.  Perche' con solo 1% delle popolazione nel settore dell' Information Technology e poco piu' del 14% nel settore industriale, l' India e' ancora lontana dall' avere dato a tutta la sua gente vere opportunita' per un futuro migliore.

sabato 27 aprile 2013

Fare pace con l' India



L' odore di gelsomino e rose nella sala centrale di Chickpet market copre l' odoro rancido che circonda il mercato nelle calde giornate a Bangalore. Il mercato all' interno e' come un labirinto dove centinaia di persone lavorano senza sosta intrecciando ghirlande e ornamenti floreali di ogni tipo. I lavoratori stanno seduti a gamba incrociate nelle piccole stanze che circondano la sala centrale. Infilando fiori di ogni tipo a formare collane e trecce con una maestria e rapidita' uniche. I fiori sono venduti a peso in altre stanze della parte coperta del mercato. Molti dei venditori sono musulmani, cosa un po' ironica dato che i fiori,  privati del gambo  e intrecciati in ornamenti, andranno ad adornare uno dei migliai di templi e altari indu sparsi per la citta'.
La prima volta che vidi il mercato dei fiori rimasi affascinato dalla velocita' in cui le ghirlande venivano intrecciate e dalla quantita' di fiori usata per ornamenti e cerimonie. Le ghirlande sono una parte importante di molti rituali e preghiere (puja) che scandiscono la vita dei fedeli hindu. Durante l' ultima visita il fascino era pero' scomparso, sovrastato dal mio senso critico e visione razionale del mondo. In una nazione in cui non si riesce a garantire una distribuzione del cibo efficiente (quasi il 30% di frutta e verdura e il 7% di granaglie viene perso quotidianamente per problemi di distribuzione), ogni giorno uno sforzo enorme viene profuso per coltivare, trasportare e distribuire fiori per ornare templi e altari. Persino nazioni Europee in passato hanno fatto follie per i fiori (si pensi all' ossesione per i tulipani in Olanda) ed e' uno degli istinti dell' essere umano quello di rendere piu' accogliente e piacevole il posto in cui si vive. Eppure qui a Bangalore, trovo difficile accettare questa ossessione per gli ornamenti dei luoghi religiosi.  A un metro di distanza dal tempio vicino casa i rifiuti si accumulano non raccolti da settimane, eppure ogni mattina la statua delle divinita' di turno viene tirata a lucido. 

Molti occidentali pensano all' India come il luogo della spiritualita' e costruiscono nella loro testa l ' immagine monolitica di una nazione in cui ogni persona fa yoga al mattino e vive in una dimensione spirituale superiore. Un'amica Americana in visita a Bangalore, dopo soli tre giorni in citta' , mi disse" Devo assolutamente andare via da questa citta' e trovare la vera India... penso che andro' in un Ashram al Nord", come se Bangalore fosse una realta' separata e che l' India si possa trovare invece tra le mure di un Ashram per occidentali. Io fino ad ora ho fatto fatica a trovare la spiritualita' Indiana. Ho visto invece molte superstizioni  prendere il sopravvento della realta' a tal punto da non avere piu' niente a che fare con la spiritualita' stessa. La stretta divisione in caste rimane in piedi anche grazie ad una visione distorta (ma purtroppo diffusa) dell' Induismo. Vendere i beni per comprare oro da mostrare al tempio, indebitarsi per celebrare solenni puja, ripudiare un parente perche' innamorato di una persona fuori dalla propria casta, sono alcune degli aspetti della struttura sociale Indiana che ho visto di persona, aspetti legati in modo indissolubile alla vita religiosa.

Vorrei proprio essere in pace con l' India, accettarla con i suoi difetti e contraddizioni senza la spocchia da "illuminista" Europeo. Una delle persone incontrate la prima settimana mi disse "tu non sei speciale e togliti dalla testa che sarai in grado di cambiare le cose... altri meglio di te sono arrivati e poi partiti, senza che molto fosse cambiato".  Forse quelle parole sono vere e dopo dieci mesi qui (che mi sembrano tre anni) continuo a chiedermi quale sia il segreto per trovare finalmente armonia con questo posto, in fondo unico e a suo modo affascinante

sabato 2 marzo 2013

Kerala

La canoa e' ancora il modo migliore per esplorare e muoversi nei canali in mezzo alla giungla.

A scrivere dall' India e sull' India, ho come l' impressione di ricadere sempre nelle stesse banalita' e nei cliche' usati da tutti per descrivere questa nazione immensa e varia. Mi arrendo per ora alle mia vuota vena narrativa e lascio solo una galleria fotografica di un breve viaggio in Kerala, regione del sud e porto di arrivo per i primi esploratori portoghesi e olandesi che approdarono in India.  Fra bianche chiese cattoliche, pescatori, fiumi nella giungla, bandiere rosse, spezie e caldo tropicale.  



Il partito comunista ha governato il Kerala per cinquanta anni e mantiene ancora oggi una presenza molto forte. L' autista del taxi su cui viaggiavo conosceva le opere di Gramsci e sapeva pure  dove fosse Ales... meraviglie delle scuole di partito!
Il catto-comunismo nella sua essenza: Kerala ha una forta presenza di Cattolici e le immagini di Gesu' competono con Ganesh e le foto dei leader maximi del partito