La tempesta si avvicina veloce. Grido a Tim che puo' salire. Lui smonta rapidamente la sosta e inizia ad arrampicare. Mentre lo recupero, guardo i tiri del traverso alla mia destra. Una voce dentro la testa mi dice di continuare ad arrampicare "possiamo battere la tempesta e uscire prima che scarichi". Vedo la massa di nuvole nere e lampi all' orizzonte. Forse l' idea di continuare sotto la pioggia non e' proprio saggia.
Tempesta all' orizzonte.
Sarebbero pero' solo quattro tiri, di cui due facili. Faccio due conti: venti minuti in media per tiro, ottanta minuti in tutto... forse sono troppi. Scatto nel frattempo un paio di foto mentre nella testa cresce il dilemma da fine settimana arrampicatorio: spremere ogni secondo o piegarsi al meteo, alla stanchezza o agli imprevisti di ogni sorta. Questa sarebbe la seconda volta che dovrei rinunciare, ma forse fa parte del gioco.
Tim arriva in sosta ed inizia a piovere sul serio. Non dice niente, lo metto in sicura e parte subito per l'uscita facile a sinistra. Scompare subito dietro l' angolo e io rimango appeso alla sosta sotto la pioggia. Nonostante tutto, mi sto divertendo. C'e' un senso di pace a stare nel mezzo di questo grande muro di granito, con intorno le foreste scure di pioggia. Il diedro sotto i miei piedi e' verticale, quasi tagliato con il laser e nell' ultima sezione strapiomba un poco. Salirlo e' stato un puro piacere. Sono proprio contento che Tim me lo abbia lasciato senza nemmeno fare pari o dispari per averlo. Mi sa che gli devo una birra per questo....
Sento i due strattoni, Tim e' arrivato. Parto subito e la roccia e' ormai completamente bagnata. Arrivo in sosta fradicio. E' stata una buona idea uscire a sinistra. Scendiamo in fretta e camminiamo a tratti in mezzo alla neve ancora alta, lascito di un inverno lungo e di una estate che non vuole essere vera estate.
Arrivati alla macchina Tim ride e mi dice "anni fa avrei arrampicato sotto la pioggia... significa che sto maturando! ". Viva la maturita' allora... eppero' il traverso...