Ara sa terra, massaju, ca est ora de arare...



giovedì 17 novembre 2011

Popolazione Terra Sette Miliardi

Grafico andamento popolazione mondiale (fonte Wikipedia).
Un ulteriore grafico animato puo' essere trovato qui


La popolazione del pianeta sta per raggiungere i sette miliardi di individui (secondo alcune stime abbiamo invece gia' passato questo traguardo). La notizia non sembra risquotere molta attenzione nelle prime pagine dei quotidiani, in un momento in cui molti giornali sono focalizzati su titoli bancari, crollo dell' euro e proteste in piazza di ogni sorta. Eppure l' idea di essere sette miliardi mi impensierisce di piu' che non lo spread con i titoli di stato tedeschi. La sfida per mia generazione e quelle future sara' soprattutto trovare un modo di garantire cibo ed energia per una popolazione in rapida crescita, con stili di vita in forte cambiamento (e non sempre in una direzione sostenibile). Anche ammettendo che la popolazione si stabilizzi intorno ai sette miliardi (nel grafico corrisponde ad una cifra tra la linea verde e la linea gialla), a leggere i numeri del fabbisogno energetico ci si rende conto che il problema e' enorme e al momento i progressi fatti sono stati minimi. Di solito la stabilizzazione della popolazione e' legata ad un miglioramento dello stile di vita e un diffuso accesso all' istruzione, soprattutto da parte delle donne (c'e' una connessione empiricamente provata tra livello di scolarizzazione e indice di fertilita'). Migliore stile di vita comporta pero' spesso un maggior consumo di risorse, riproponendo comunque il problema di accesso a fonti energetiche.


OECD: Organization for Economic Cooperation and Development.
India e Cina per esempio non fanno parte dell' OECD: in generale
la crescita dei consumi e' nei paesi non OECD.
L' unita' di misura e' il British thermal unit (Btu).


Guardando i dati sulle fonti di energia ci si rende conto che le fonti definite come "rinnovabili" sono ancora una porzione esigua del totale. Se poi si considerano i dati di produzione di elettricita', appare in modo chiaro come gli sviluppi tecnologici fatti non siano sufficienti per affrontare la scala del problema. Gran parte della elettricita' e' prodotta ancora da carbone, mentre se analizziamo i numeri per la produzione di energia in genere, un fetta considerevole di umanita' ha come unica fonte energetica le biomasse (legno, sterco, rifiuti).

Produzione di energia per diverse fonti


Ovviamente non esiste una risposta semplice al problema energetico e nemmeno un colpevole a cui addossare le responsabilita' (potremmo chiamare in causa lo stile di vita occidentale, ma lascio a dopo un simile discorso). Scienziati, giornalisti e politici che sbandierano "La Soluzione ultima" o sono in cattiva fede o non hanno ben chiaro l' ordine di grandezza dei numeri in gioco. Un cambio radicale nei modi di produzione dell' energia richiede forti investimenti, sia pubblici che privati, e non puo' avvenire solo per buona volonta' dei singoli. Un investitore punta di solito il suo denaro su una nuova tecnologia solo quando e' redditizia. Credo sia questo il cuore del problema. Finche' sara' conveniente usare carburanti fossili, non sara' possibile fare decollare altre fonti. Al contempo dire semplicemente "non usiamo piu' il petrolio", non e' una via possibile. Nei prossimi decenni avremo bisogno di una strategia di uscita dalla dipendenza da carburanti fossili, tenendo a mente che il petrolio rimane la risorsa piu' duttile e versatile su cui si sia basata la storia dell' umanita' negli ultimi cento anni. Guardando poi alla storia dell' industria petrolifera, un petrolio "costoso" ha finito per favorire nuovi investimenti e creazione di nuove tecnologie nello stesso settore degli idrocarburi, incrementando la resa dei giacimenti e la scoperta di nuovi. Per la sua densita' energetica, facilita di trasporto, ampio uso in varie produzioni industriali (fertilizzanti, medicinali, plastiche, metalli, cemento...) non sara' semplice trovare una tecnologia di rimpiazzo, capace di dare energia a piu' di sette miliardi di persone, senza distruggere il pianeta. Un petrolio piu' caro sembra essere una condizione necessaria per nuovi sviluppi tecnologici. Nonostante la mia vena apocallittica, penso sia possibile, ma rimando il mio ottimismo a qualche post futuro.

Nota: report completo puo' essere trovato al link dell' Energy Information Administration.

martedì 8 novembre 2011

L'innocente, l' ignorante, l' insicuro






Traduzione del pezzo originale di Jim Bridwell, apparso su
Ascent, Volume 2 Numero 1, Luglio 1973 ( versione in inglese si trova al link)
E' un articolo storico che forse non frega a nessuno di leggere, visto che l' arrampicata moderna va in ben altra direzione. Considerati poi i veri problemi che attanagliano il pianeta e le singole esistenze umane, tutto questo spreco di inchiostro appare forse esagerato. Chi leggera' l' articolo con cuore puro e mente aperta, sapra' pero' ritrovare nell' articolo di Bridwell diversi aspetti ancora presenti in molte discussioni sull' arrampicata e magari trarre qualche spunto di riflessione.

La traduzione ogni tanto non e' letterale, causa difficolta' a tradurre alcune espressione idiomatiche. Spero solo di non violare nessuna legge sui diritti d' autore (la rivista non esite piu' da un pezzo) e non finire al gabbio...

Per farmi perdonare di tutte queste pippe intelletualoidi lascio il link a qualche foto di una delle ultime gite a Yosemite, su due vie "plaisir" ("Absolutely Free" e' un buon esempio di quello di cui parla Bridwell nell' articolo, una via impegnativa data come al solito 5.9).


Ascesa e declino del Yosemite Decimal Sytem

Abbassare il grado di difficolta' di una via e' una pratica insidiosa, ma non e' purtroppo un fenomeno nuovo nel mondo dell' arrampicata. E' una lunga storia, ma ha da poco guadagnato popolarita' a Yosemite. Le motivazioni dietro l' abbassare il grado sono varie, ma i risultati rimangono gli stessi, una mancanza di attendibilita' del linguaggio comune dell' arrampicata.
Chi diminuisce il grado di una via appartiene a tre generi distinti: l' innocente, l' ignorante e l' insicuro. Non siamo particolarmente preoccupati della prima categoria poiche' e' rara. Ci si puo' prendere cura del secondo tipo con l' educazione. Il terzo tipo e' estremamente difficile da rimediare, essendo basato su una immaturita' caratteriale, le cui radici sono alla base degli istinti di tutti gli individui. La scala decimale di Yosemite e' fondata sull' accettazione di un sistema di valutazione di singole vie creato dai padri fondatori di tale scala. Perche' il sistema abbai senso, e' necessario rispettare il metodo di valutazione che ne e' alla base. Le unita' di tempo non cambiano perche' qualcuno corre un miglio piu' veloce di altri. Si genererebbe il caos se ognuno avesse un orologio con una diversa misura del tempo. Non e' possibile fare affidamento su un sistema di misura a meno che non ci si attenga ad esso. Dare il grado ad una via e' un processo relativamente astratto. Una gradazioni giusta implica l' obbligo morale, da parte dell' arrampicatore, di essere il piu' accurato possibile. Un arrampicatore che abbassa il grado di difficolta' di una via sta dichiarando che e' migliore di un altro arrampicatore. E' una pratica vecchia quanto il mondo. Se un arrampicatore dice che una via e' 5.9 e un altro dice che e' 5.10, allora il prima arrampicatore dovra' essere migliore. Questo e' un esempio di competitivita' individuale in arrampicata. L' onore del gruppo, o istinto del branco, si manifesta la dove un' intera area viene sottogradata. Gli arrampicatori qui sono migliori di quelli in un altro posto, perche' le vie qui sono gradate in modo piu' severo. Alcune vie in certe aree sono gradate 5.10 o 5.10+ sebben siano state salite una volta o due, dopo innumerevoli tentativi dai migliori arrampicatori del posto. Questo puo' essere il risultato o di un grave errore di valutazione o un Io strabordante ("ego-trip"). La motivazione principale dietro la sottogradazione e' la protezione della propria immagine. Evitare la vergogna di vedere una propria via sottogradata. Sii il primo a sottogradare e sarai salvo. Questo tipo di atteggiamento finisce per imbrogliare gli stessi artefici. Gradare il singolo movimento e' una conseguenza di questa sindrome. Non ha senso dividere un tiro in movimenti individuali e dare il grado al movimento piu' duro. Trenta metri (cento piedi) di lieback con nessun movimento sopra il 5.9, ma nessuno sotto il 5.8 , con nessun riposo, non sono un tiro da 5.9!
Al momento 5.10 e 5.11 sono tra i gradi piu' bistrattati. Questo perche' sono tra i gradi piu' prestigiosi e piu' dipendenti dalle conformazioni anatomiche dell' arrampicatore. Poiche' gli arrampicatori tendono a preferire un tipo di arrampicata rispetto ad un altra, un arrampicatore abituato alle fessure per esempio sara' piu' propenso a pensare che l' arrampicata in fessura e' meno difficile di quello che in realta' e'. La pratica perfeziona le cose e le rende piu' semplici.
L' unica soluzione equa a questo problema e' una gradazione basata su un confronto fra vie. Le vie, a differenza degli arrampicatori, non cambiano molto. Un arrampicatore che progredisce in forma fisica, in fiducia in se stesso, e abilita' tecnica, avra' la tendenza a sottogradare. Dovrebbe ritornare su vie gia' gradate per un confronto di gradazione. Un uso criminoso del sistema di gradazione era una pratica comune la scorsa stagione a Yosemite. Sembrava quasi una moda. Vie che una persona non riusciva a salire in primavera diventavano 5.8+ in autunno. Altre vie venivano considerate non troppo difficili, anche quando venivano salite dopo diversi tentativi, cadute o riposi sulle protezioni. In alcune casi le vie non erano "troppo difficili" ("too bad" nell' articolo) anche quando l' arrampicatore non era risuscito a salirle. Alcuni avevano sottogradato una via dopo la quarta o quinta salita, anche se avevano fallito il primo tentativo. Ancora una volta, le cose si perfezionano con la pratica. Personalmente non penso che gli arrampicatori con questo atteggiamento siano sinceri con la comunita' e con se stessi. Acune vie sono diventate piu' semplici per un buco causato da un chiodo (pin scare), una lastra rotta o la presenza di un chiodo. I primi due casi sono modificazioni permanenti e possono richiedere un cambio del grado. Un chiodo su una via che richeda movimenti continui e di resistenza rende la via piu' facile. C'e' una grande differenza tra piazzare un chiodo in una posizione difficle e semplicemente moschettonarne uno gia' presente. Alcune vie hanno una storia di salite coraggiose e classiche. L' uso dei chiodi o di altri marchingegni della tecnica fa diminuire il valore di alcune linee, se paragonante alle prime e piu' estetiche salite. Gli arrampicatori dovrebbero sentire l' obbligo morale di mantenere la tradizione della prima salita. Questo e' particolarmente vero su vie come Twilight Zone. Il grado su tali vie dipende dallo stile in cui si sale, stile che di conseguenza determina il fattore mentale. Salire una vie senza martello con quindici nuts e decisamente diverso dal salire la stessa via con martello e trenta chiodi.

Segue poi una parte di descrizione e confronti fra varie vie, che ho pensato non aggiungesse molto al lettore italiano... e che per pigrizia per ora non ho tradotto.

mercoledì 2 novembre 2011

Indian Creek

Indian Creek. Guidando sulla statale 211 rimarrete senza
fiato di fronte alla sterminata distesa del canyon

Il sole sorge piano alla mia sinistra ma basta la poca luce dell' alba a fare splendere il bianco e il giallo del deserto. La strada e' una striscia nera, dritta verso sud, unico segno di civilta' e tempi moderni in mezzo alla radura. Potrebbero apparire gli indiani da un momento all' altro e non ne sarei stupito. Dopo dodici ore di guida sarebbe un diversivo alla noia della guida in solitaria. A tenermi sveglio una dosa massiccia di caffe, redbull e l' eccitazione di arrampicare ad Indian Creek.
Dopo quindici ore entro finalmente nel canyon e lo stupore per la bellezza che mi circonda quasi rischia di farmi uscire fuori strada. Giungo al posto dell' appuntamento mentre nello stesso momento arrivano i miei tre amici, due dal Sud della California e uno dal Colorado. In un' epoca di messaggini al telefono, rinunce all' ultimo minuto, continue chiamate al telefono anche per una semplice cena, un tale sincronismo mi mette subito di buon umore. Non ci siamo mai sentiti al telefono per dettagli e tutto e' stato deciso con due email, una settimana prima.

Io ho solo tre giorni, ma per una volta non apro nemmeno la guida, sicuro che ogni falesia e via sapra' ripagarmi del viaggio. Seguo i miei compagni nelle loro scelte e mi godo cosi' tra le piu' belle salite a vista della mia vita. Fessure parallele perfette e una roccia di arenaria rossa, liscia e senza appigli o tacche per i piedi. Tutto si gioca con pochi gesti e movimenti, ripetuti quaranta, cinquanta volte fino ad arrivare alla fine di ogni via. Basta respirare piano, prendere il ritmo e imparare a sentire una roccia che quasi sembra velluto. Il canyon e' una infinita distesa e sono forse migliaia le vie ancora inesplorate dentro le zone piu' remote e interne. Per chi ama gli strabiombi a canne o muri verticali a tacche, Indian Creek non e' il posto giusto... ma se anche per una sola volta siete stati affascinati dall' arrampicata in fessura, questo e' il posto dove prima o poi dovrete andare. La sola bellezza del paesaggi, i colori delle rocce, i profumi dei pochi cespugli, il cielo del deserto ripagheranno del viaggio in questo posto cosi' remoto.

Domenica sera ci lasciamo con Mike al distributore di benzina a Moab. Scherziamo sulle notre doti logistiche e sul tempismo perfetto del nostro incontro di Venerdi mattina. Ci siamo dati appuntamento per il prossimo anno in Alaska, per salire il "Cobra Pillar", ma magari un paio di chiamate al telefono in quel caso saranno pure necessarie...


Nota finale: la mia auto, risuscitata dalle sapienti mani di un meccanico (di quelli del tempo prima dell' elettronica), ce l' ha fatta a fare le duemila miglia del viaggio. Forse sara' l' ultimo pero'.
Nota tecnica: a Indian Creek non ci sono vie sotto il 5.10 e secondo me, pure per gli standard Americani, alcune gradazioni vanno prese con cautela.



Avvicinamento al Piston Whipped Wall. Ho dovuto usare il sacco da big wall
per trasportare sei serie complete di camelot.



Scelta del materiale, elemento cruciale su queste vie senza
o con pochi riposi. Qui mi preparo a salire la mia prima via
"No Name Crack" (5.10+) a Supercrack Buttress.
Via molto lunga con due sezioni large.
Avro'
abbastanza pezzi della stessa misura?



Colazione al campo base. Trovate di meglio?


Fin Wall. Tim sale una delle innumerevoli fessure
(Crapuccino 5.10+).
Sullo sfondo si vede chiaro il Wing gate.