Ara sa terra, massaju, ca est ora de arare...
domenica 21 giugno 2009
Sudare
Pain equals glory... sofferenza uguale gloria.
Ad essere onesti ci sara' di certo una componente cristianeggiante (masochistica) in questa frase, ma c'e' nello sforzo e nella fatica fisica qualcosa di
purificatore e inebriante al tempo stesso. Avevo letto tempo fa' che si tratta
di endorfine rilasciate dal corpo per reggere. Ma pure se non fosse scientificamente provato, io trovo una soddisfazone immensa a portare il corpo al suo limite, vedere fino a che punto si puo' resistere...
I limiti sono sempre soggettivi e individui di tempra migliore sorrideranno in fondo al sapere quelli che io considero come tali...
Dopo una settimana spesa a limare la scrittura di un articolo, sentivo che avrei dovuto fare qualcosa di stancante, al limite. I primi progetti erano tutti sul filone montagna, ma il fato avverso voleva che tutti i possibili compagni di cordata fossero impegnati. Giovedi sera mi stavo comportando come Carlo Verdone nel film "Bianco Rosso e Verdone" alla ricerca disperata di un compagno per il mitico viaggio in Polonia... li ho chiamati tutti i possibili numeri, senza successo. Cosi' e' scattato il piano B, come Bici. Se l' Alpinismo Erorico non e' una opzione, che sia allora conquista eroica di un passo alpino... Tioga Pass, 3010 metri di altezza, domina Toulomne e sta nel mezzo della sierra...
E' stato alla fine un piano B all'altezza di quello A. Sono partito da 2200 metri circa e mi sono fatto 95 chilometri tra andare e tornare in 3 ore e 35. Avrei potuto fare di piu' e piu' in fretta, sara' per la prossima. Ringrazio pure che ho la tripla pure sulla bici da strada, perche' alla fine non ne avevo piu' sia per la fatica che per il freddo porco (ero in tenuta estiva...).
La notte non ho trovato un posto per dormire: ero cosi' stanco che ho dormito nascosto dietro un tronco a qualche metro dalla macchina parcheggiata, in fondo meglio di un motel..
lunedì 1 giugno 2009
fine del mondo
Non e' certo un segreto la mia attrazione per scenari millenaristici, fine del mondo, disastri
ecologici, vendetta del pianeta terra contro il virus uomo... non che mi sia indifferente
passare la mia vecchiaia a lottare per un bicchiere di acqua potabile, anzi... trovo pero' che in queste scenari estremi
riemerga la natura piu' profonda ed istintuale degli esseri umani, nel bene e nel male. Una sorta di nocciolo primordiale
di istinti, passioni, bisogni, qualita' e difetti spesso cancellati o tenuti sotto controllo dal modo in un cui viviamo.
Che c'entra tutto questo con un tranquillo fine settimana sulla Sierra a cercare briciole di gloria tra granito e fessure poco
amichevoli?
niente apparentemnte, se non fosse che Domenica ho arrampicato per caso con un signore sui cinquanta, un reduce di Camp4 degli
anni d' oro, uno che ha salito Astroman e The Rostrum negli anni settanta, quando all' epoca erano considerate le vie piu' dure
del Nord America e non solo.
Insomma tra un tiro e l' altro mi sono goduto i racconti di quell' epoca pioneristica, i gossip di Camp4, i disturbi e le
abberrazioni mentali di un gruppo di giovani che pensavano all' epoca di essere il centro del mondo.
Salutandoci al parcheggio, mi ha dato il suo biglietto da visita, con uno strano sito
www.whentechfails.com
ehmmm ho pensato, sara' mica uno di quei cristiani fondamentalisti anti scienza?
Ritornato a casa ho poi invece scoperto di avere arrampicato con uno scrittore-ingegnere-scienziato che si e' occupato e si occupa
di ambiente e che ha pubblicato una specie di best seller su come sopravvivere al "dopo apocalisse"...
ahhh se lo avessi saputo prima! sarebbe stato il pomeriggio perfetto: granito, storie su Camp4, apocallise!
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