Ara sa terra, massaju, ca est ora de arare...
martedì 27 luglio 2010
l' opzione pinatubo
Nell' Aprile del 1815 l 'eruzione del monte Tambora in Indonesia mando' in orbita un getto di diossido di zolfo alto circa 35 chilometri e formo' 200 milioni di tonnelate di gocce di acido solforico, disperse nell' atmosfera. Un' area di circa 400 mila Km quadri venne ricoperta da ceneri e 70 mila persone persero la vita. Le conseguenza dell' eruzione andarono al di la' dell' Indonesia. Il 1815 e' infatto passato alla storia come l' anno senza estate, con temperature sotto lo zero registrate in piena estate a New York o Londra. L'acido solforico e le ceneri rimasero nell' atmosfera e schermarono i raggi del sole. La fredda estate porto con se penuria di raccolti e quindi carestia.
Sembrerebbe questa una storia dell' inevitabile corso della Natura, sulla potenza degli elementi e sulla fragilita' dell' uomo. Invece e' anche il punto di partenza di una idea che da decenni scava nella testa di qualche scienziato, idea al centro di un recente e controverso dibattito: cambiare il clima e la temperatura del pianeta imettendo nell' aria sostanza di vario tipo in modo da riflettere la luce del sole.
L' idea non e' nuova. I sovietici avevano condotto esperimenti simili, con il sogno di rendere la Siberia un luogo abitabile e coltivabile. Ultimamente diversi dipartimenti federali hanno iniziato a finanziari studi sulla fattibilita' e i rischi.
Visto che (forse) il riscaldamento globale e' dovuto all' inquinamento dell' uomo, una buona idea e' sparare in aria ancora piu' sostanze nella speranza di avere l' effetto contrario.
Un libro uscito di recente - "Hack the planet" -cerca di presentare questo nuovo settore di ricerca noto come ingegneria climatica. L' autore cela mette tutta per dare un taglio avvincente e spiritoso al libro, ma forse avrebbe fatto meglio a scivere la meta' delle pagine e usare uno stile piu' coinciso. In mezzo a tante parole al vento, ne emerge pero' un quadro desolante che e' anche lo specchio di come spesso le questioni ambientali vengono risolte. Si cerca una soluzione momentanea e si lascia alle generazioni futuro il peso delle scelte.
Nonostante non si sappia molto sui rischi e gli squilibri di un simile approccio, in molti pensano che potrebbe essere una soluzione estrema se la temperatura continuera' ad aumentare.
Nel frattempo si potra' ancora guidare cento miglia per comprare un cartone di latte, mangiare 200 chili di carne all' anno e cambiare il cellulare ogni mese. Magari pero' indossando maschere a gas....
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