Tempo fa promisi di scrivere dei piccoli post sul nucleare. In effetti avevo collezionato parecchio materiale, senze pero' riuscire a riorganizzarlo in modo organico e succinto. Vinto da un misto di pigrizia e mancanza di tempo, segnalo almeno un interessante studio fatto dal MIT sul futuro dei cicli del combustibile nucleare.
Alla luce di quanto accaduto in Giappone e dopo la lettura del report interdisciplinare del MIT, mi sembra chiaro che ci siano due aspetti che remano in direzione opposta e poco conciliabile
-la tecnologia nucleare e' relativamente giovane e sono necessari ancora studi per capire come usare in modo efficiente combustibile e processari gli scarti. La ricerca costa e ha tempi lunghi.
-la necessita' di "fare soldi" subito, di produrre energia a prezzi competitivi non va d'accordo con la sicurezza e la ricerca. Considerati i costi di costruzione, gestione e sicurezza degli impianti e smantellamento poi degli stessi, al momento il nucleare non e' una tecnologia in cui investirei il mio denaro.
Se una tecnologia per la produzione di energia ha bisogno di forti sovvenzioni statali per sopravvivere, significa che non e' matura ed e' giusto che venga accantonata (almeno nei suoi aspetti commarciali) fino a che non lo diventi. Solo nei casi di ampia disponibilita' del materiale primo (uranio), vasti spazi a bassa densita' demografica, penso che il nucleare possa essere gia' da ora una possibile fonte energetica.
4 commenti:
Direi che quindi la Sardegna e' perfetta, di uranio impoverito ne abbiam un bel po, e poi siamo solo un milione..
intessenante leo. Io ho sempre pensato che il nucleare fosse "superato" in quanto figlio dell'idea accendo la centrale e ho tutta l'energia che voglio indipendentemente da quanto ne utilizzo veramente. Cosa che va in direzione opposta al concetto di efficienza energetica su cui secondo me bisogna investire.
Antonio: si in effetti la mia considerazione potrebbe essere travisata...
Alessio: io sono d' accordo con te che la priorita' e' l' efficienza energetica e consumare di meno.
Concordo che per usi domestici delocalizzare la produzione e' la via da seguire, piuttosto che avere grossi centri(come una centrale).
Esiste pero' un consumo di elettricita' legato alla produzione industriale. Purtroppo non ho nessun numero d'avanti e non posso fare nessuna affermazione sull' entita' del consumo indistriale.
Il nucleare non e' la soluzione, ma dobbiamo acnhe guardare la realta': le centrali a carbone o olio stanno creando problemi climatici ORA.
si in effetti e' un punto importante il tuo. Forse si trova qualcosa qua
http://www.inference.phy.cam.ac.uk/sustainable/book/tex/cft.pdf
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