Circa un mese fa, passando di fronte ad un libreria, sentii l' impulso di entrare e
comprare una copia dell' Odissea di Omero. I libri sono gli unici oggetti che compro seguendo l'istinto, senza dovere passare attraverso i lunghi processi di analisi e ponderazione che precedono ogni mio altro acquisto (tu chiamala se vuoi decrescita o taccagneria...).
Quel gesto, nato da una bulimia letteraria, sembrava non avere un senso preciso. Mi ero pero' scordato che i libri sono oggetti animati che ti cercano e si fanno spesso trovare nel luogo giusto e al momento giusto. Quante volte mi e' capitato di finire la lettura di un libro scelto a caso e rimanere meravigliato da come si incastrasse bene con le emozioni, le esperienze di quel momento della mia vita. Si potrebbe obbiettare che la connessione ci fosse fin dall' inizio, ma era nascosta nelle pieghe del mio inconscio... ma io ho un' anima semplice e preferisco pensare ai libri come dotati di vita loro.
Cosi' a leggere di Ulisse sperso nel Mediterraneo, ho poi capito che il libro non era una scelta casuale. Cercavo nei versi quel senso di straniamento e sospensione che nasce dal vivere in terre straniere. Il desiderio del ritorno si scontra con una chiara consapevolezza dei difetti e delle storture di cio' che si e' lasciato. La volonta' di esplorare e rimanere lontani e' frenata dal pensiero , sempre presente e forse idealizzato, del posto che si continua a chiamare casa. Rimango cosi' sospeso tra due mondi, non so se sia un bene o un male. Cerco di prendere il meglio da entrambi e di esercitare una infinita pazienza con tutte le persone, spesso sconosciute, a cui devo spiegare (come un mantra almeno un paio di volte alla settimana) da dove vengo e fino a che punto debbano considerarmi straniero...
comprare una copia dell' Odissea di Omero. I libri sono gli unici oggetti che compro seguendo l'istinto, senza dovere passare attraverso i lunghi processi di analisi e ponderazione che precedono ogni mio altro acquisto (tu chiamala se vuoi decrescita o taccagneria...).
Quel gesto, nato da una bulimia letteraria, sembrava non avere un senso preciso. Mi ero pero' scordato che i libri sono oggetti animati che ti cercano e si fanno spesso trovare nel luogo giusto e al momento giusto. Quante volte mi e' capitato di finire la lettura di un libro scelto a caso e rimanere meravigliato da come si incastrasse bene con le emozioni, le esperienze di quel momento della mia vita. Si potrebbe obbiettare che la connessione ci fosse fin dall' inizio, ma era nascosta nelle pieghe del mio inconscio... ma io ho un' anima semplice e preferisco pensare ai libri come dotati di vita loro.
Cosi' a leggere di Ulisse sperso nel Mediterraneo, ho poi capito che il libro non era una scelta casuale. Cercavo nei versi quel senso di straniamento e sospensione che nasce dal vivere in terre straniere. Il desiderio del ritorno si scontra con una chiara consapevolezza dei difetti e delle storture di cio' che si e' lasciato. La volonta' di esplorare e rimanere lontani e' frenata dal pensiero , sempre presente e forse idealizzato, del posto che si continua a chiamare casa. Rimango cosi' sospeso tra due mondi, non so se sia un bene o un male. Cerco di prendere il meglio da entrambi e di esercitare una infinita pazienza con tutte le persone, spesso sconosciute, a cui devo spiegare (come un mantra almeno un paio di volte alla settimana) da dove vengo e fino a che punto debbano considerarmi straniero...
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