Ara sa terra, massaju, ca est ora de arare...



lunedì 3 settembre 2012

Intrusi urbani

    Su una panchina, si ammazza il tempo e si
possono pure incontrare visi nuovi ....
                        

Mi sento osservato. Mi guardo intorno ma la terrazza del ristorante e' quasi vuota. Gli unici clienti sono seduti su uno dei tavoli al mio fianco e consumano la loro colazione in silenzio, senza badare a nessuno. Eppure continuo ad avere la sensazione di avere degli occhi puntati addosso, che qualcuno mi stia spiando. Penso tra me che sia  forse uno dei primi segni di demenza, che dovrei dormire di piu' o leggere meno romanzi noir.
Alzo lo sguardo verso il cielo ed invece eccola. Sta su uno dei balconi dei palazzi intorno e mi fissa. Per un attimo penso che stia solo osservando distratta i clienti di sotto e invece no. Mi alzo dal tavolo per chiedere un cucchiaio pulito e mi accorgo che mi segue con lo sguardo. Cosa vuole? Perche' proprio me?
Faccio finta di non averla notata e continuo a bere il mio caffe', ma lei sta sempre li sul terrazzo del secondo piano e mi fissa. Non e' certo giovane, ma nemmeno vecchia... di mezz' eta' direi. Cosa ci faccia nel terrazzo e' un mistero.
Poi tutto succede veloce, in pochi secondi. Altre due come lei compaiono sul tetto di uno dei palazzi di fronte. Lei urla e si getta dal terrazzo. La vedo volare e atterrare agile sul mio tavolo a fianco. Afferra la bottiglia di sciroppo zuccherato e va via veloce. Le altre scimmie gridano mentre il cameriere fa appena in tempo ad accorgesene e invano corre brandendo un bastone. Lei torna sul terrazzo e inizia a bere la preziosa bevanda. Capisco cosi' che era lo zucchero sul mio tavolo il vero oggetto di tanto fissare.

Ho vissuto in citta' invase da piccioni, altre avvolte da zanzare, altre ancora dominate da scoiattoli, ma non avrei mai pensato di dovermi guardare dalle scimmie. Si muovono nell' ambiente urbano a loro agio. Aspettano l' occasione per rubare il cibo, altre volte stanno invece accovacciate in modo educato al bordo della strada o sedute su una panchina del parco. Sperano magari nella buona sorte o che qualcuno allunghi qualcosa. L' altro giorno al mercato all' aperto ne ho vista una che aspettava il passaggio del bus per poi attraversare civilmente la strada. Mi mette allegria vederle in mezzo al cemento. Mi ricordano che per quanto ci si ostini a spingere la natura fuori dalla citta', lei rimane e di risposta fa pressione, trova varchi e magari un giorno riuscira' pure a riprendersi gli spazi persi...




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