Ara sa terra, massaju, ca est ora de arare...



domenica 7 settembre 2008

Autarchia!

In previsione di una carestia globale, ho trasformato un terzo del mio
giardino dietro casa in un piccolo orto. Avrei fatto a meno del resto del prato, ma e' stato un compromesso fra le mie velleita' di decrescita e l' estetica
(dubbia) del proprietario di casa. Il prato inglese e' una degli aspetti piu'
fastidiosi della cultura urbana in California. Il clima qui e' arido e secco, quaranticinque gradi possono essere la norma; eppure si sprecano tonnellate di acqua ogni giorno per mantenere verde il prato di fronte casa. E' vero che i prati contribuiscono a mitigare la temperatura, soprattutto la sera, ma ci sarebbe infinite specie native con cui fare lo stesso e
con meno spreco di acqua. E poi il prato verde e' pure noioso e richiede una cu
ra incredibile.
Ho tentato di piantare un po' di tutto, sperando di avere un raccolto in inverno
e , soprattutto, di poterlo mangiare. L'uva del giardino questa estate era infa
tti abbondante ma e' finita molto presto, quasi tutto il raccolto divorato
da una marmotta che si aggira nel vicinato. Ha mangiato tutti i grappoli lascian
do solo il raspo, proprio come fanno anche le volpi.
Spero che cavoli e carciofi non siano altrettanto succulenti per i roditori.

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