Nel Marzo del 1891 una folla di circa ventimila persone lincio' venti italiani, accusati e poi assolti di omicio. Theodore Roosevelt dichiaro ' che gli USA avrebbero' dovuto dare un risarcimento all' Italia, ma in privato, scrivendo alla sorella, defini' il linciaggio come "rather a good thing", una buona cosa. Gli italiani erano considerati "dei mezzi negri" e linciarli non era nemmeno reato in molti stati del Sud. La vicinanza del "Bel Paese" alle coste Africane era usata da molti come giustificazione di una teoria razziale che vedeva gli italiani come dei sub umani: benche' bianchi "sporcavano la razza bianca". Gli Italiani erano agli ultimi posti nelle classifiche sull' intelligenza, stilate grazie ai test che venivano fatti sui migranti all' ingresso negli USA (chi ha visto "Nuovo Mondo" si ricordera' la scena del quiz con i pezzi di legno..). E' trascorso un secolo o forse pure meno, visto che fino agli anni cinquanta i migranti Italiani stavano ai margini della societa' americana. I messicani ora hanno preso il posto degli italiani, dei polacchi e degli irlandesi, eppure, nella facce dei messicani che aspettano al mattino al bordo della strada per un lavoro a giornata, mi sembra di rivedere le "facce da Sud" di molti italiani del secolo scorso.
Sarebbe bello avere una macchina del tempo, prendere per esempio un barista milanese e suo figlio, e catapultarli nell' Alabama o nella Louisiana di inizio '900 e vedere se magari riescono a convincere i bianchi del posto del loro sano e genuino razzismo e uscirne vivi. Ma forse il padre e figlio sono solo uno dei tanti prodotti di un paese incancrenito, che elogia il fascismo nei pubblici comizi, che vuole i militari nelle strade, che picchia i gay, che assalta i campi rom, che ammazza per dei biscotti, che sta muorendo soffocato dalla sua stessa ignoranza. Da fuori e' uno spettacolo orribile leggere i giornali italiani, seguire l' onda nera che avvolge tutto, riscoprirsi impotenti e spaventati per un futuro che in italia sembra non esserci. E sentirsi pure un po' colpevoli, almeno io, perche', in un altro momento non tanto lontano, non avremmo permesso cosi' facilmente tutto questo.
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