Ara sa terra, massaju, ca est ora de arare...
domenica 16 ottobre 2011
Sul cinismo e sulle proiezioni ortogonali della pasta
Gli anni dell' Universita' sono spesso idealizzati nella mente di molti come un' epoca d' oro, di grande divertimento e frizzante vita sociale, come se poi, finita la scuola, la vita non avesse piu' da offrire momenti di allegria. A me vengono i brividi a pensare di tornare all' Universita'. La sola idea di un salto temporale che mi riporti a rivere quel capitolo della mia vita mi incute ansia e terrore. Non che non mi sia divertito, anzi. Ma insieme ai momenti di allegria, alle amicizie, ai momenti di genuina spensieratezza c'era un carico di stress e miserie umane, che solo la vita da studente universitario sa dare. Guy Debord nel suo magnifico opuscolo "Miseria della condizione studentesca" con poche frasi riesce a dipingere in modo magistrale tutte le ragione per cui io non tornerei indietro nel tempo. Ancora oggi, nelle rare visite a Pisa, ogni volta che passo di fronte alle aule, un senso di nostalgia si mischia ad una non tanto sottile ansia.
I primi mesi di lezioni furono quelli con impatto psicologico piu' profondo, risvegliandomi da un torpore intellettuale in cui ero vissuto inconsapevolmente per tutti gli anni del liceo. Fu una terapia d'urto, sovrastato com'ero dalla mole di nozioni e circondato spesso da persone che sembravano avere capito tutto e di piu' ( in seguito capii che alcune di queste mentivano, ma questa e' un' altra storia...). Come in ogni circolo umano o animale, esisteva infatti anche li una piramide sociale, basata questa volta sul sapere presunto o sbandierato. Io non ero di certo al vertice, ma nemmeno nel fondo. Chi stava al vertice, godeva a fare sentire gli altri se non proprio stupidi, almeno lenti di comprendonio. Siccome le nozioni di cui potevo fare sfoggio erano limitate, capii che una cosa divertente da fare era dare informazioni sbagliate ai meno fortunati alla base, giusto per vedere il panico o il loro disorientamento. Intendiamoci, si trattava di piccole bugie, come sostenere di avere capito tutto, di avere gia' letto tutti gli appunti o di ritenere banale una certa dimostrazione.
Un giorno uno degli insegnanti ci propino' un problema che all' epoca sembrava un po' fuori contesto, tale da scatenare il panico in molti dei presenti. Si trattava di capire come la posizione di una mosca sarebbe cambiata, se la mosca fosse rimasta intrappolata in un foglio di pasta per la lasagna. A piegare e ristirare la pasta, la mosca avrebbe cambiato posizione, come puo' ben sapere chiunque abbia tirato una sfoglia.
Alla fine dell' ora, uno dei disperati al fondo della piramide usci' dell' aula in cerca di conforto umano. Uno dei presenti (famoso per il suo cinismo e umorismo tagliente) gli disse di non preoccuparsi, che la soluzione era comprare il libro scritto da P.M. "Le proiezioni ortogonali della pasta", in vendita nelle migliori librerie. In un' epoca senza Internet, il poveretto passo' il pomeriggio a cercare il libro, ovviamente senza trovarlo e disperandosi ancora di piu'.
Questo episodio di micro cinismo, sarebbe stato sepolto nelle pieghe delle mia labile memoria, se non fosse stato per un regalo ricevuto qualche giorno. Quando Dennis e Claire si sono presentati con il libro "The Geometry of Pasta", tutti quei ricordi sono sbucati fuori.
Ovviamente, con mio grande disappunto, il problema della mosca non viene trattato. Si trovano pero' ricette e un po' di storia della pasta. Alcune parti per un Italiano sono ovvie, ma gli gli Americani fanno sempre fatica a capire che non si puo' fare la carbonara con i ditalini rigati...
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3 commenti:
vedi, questo e' il brutto di andare alle universita' per geni. Alla sapienza si cazzeggiava alla grande, non c'erano studenti outstanding e sopratutto non c'era competizione. Un po'la rimpiango. Penso sia stato l'unico periodo della mia vita in cui le cose erano chiare e definite.
Piu' che geni, direi invasati o presuntuosi.
Fai ancora in tempo ad arruolarti nei carabinieri.. anche li la vita e' chiara e definita...
mmmm..non so i carabinieri non hanno obbiettivi di ampio respiro...
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