Grafico andamento popolazione mondiale (fonte Wikipedia).
Un ulteriore grafico animato puo' essere trovato qui
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La popolazione del pianeta sta per raggiungere i sette miliardi di individui (secondo alcune stime abbiamo invece gia' passato questo traguardo). La notizia non sembra risquotere molta attenzione nelle prime pagine dei quotidiani, in un momento in cui molti giornali sono focalizzati su titoli bancari, crollo dell' euro e proteste in piazza di ogni sorta. Eppure l' idea di essere sette miliardi mi impensierisce di piu' che non lo spread con i titoli di stato tedeschi. La sfida per mia generazione e quelle future sara' soprattutto trovare un modo di garantire cibo ed energia per una popolazione in rapida crescita, con stili di vita in forte cambiamento (e non sempre in una direzione sostenibile). Anche ammettendo che la popolazione si stabilizzi intorno ai sette miliardi (nel grafico corrisponde ad una cifra tra la linea verde e la linea gialla), a leggere i numeri del fabbisogno energetico ci si rende conto che il problema e' enorme e al momento i progressi fatti sono stati minimi. Di solito la stabilizzazione della popolazione e' legata ad un miglioramento dello stile di vita e un diffuso accesso all' istruzione, soprattutto da parte delle donne (c'e' una connessione empiricamente provata tra livello di scolarizzazione e indice di fertilita'). Migliore stile di vita comporta pero' spesso un maggior consumo di risorse, riproponendo comunque il problema di accesso a fonti energetiche.
OECD: Organization for Economic Cooperation and Development.
India e Cina per esempio non fanno parte dell' OECD: in generale
la crescita dei consumi e' nei paesi non OECD.
L' unita' di misura e' il British thermal unit (Btu).
India e Cina per esempio non fanno parte dell' OECD: in generale
la crescita dei consumi e' nei paesi non OECD.
L' unita' di misura e' il British thermal unit (Btu).
Guardando i dati sulle fonti di energia ci si rende conto che le fonti definite come "rinnovabili" sono ancora una porzione esigua del totale. Se poi si considerano i dati di produzione di elettricita', appare in modo chiaro come gli sviluppi tecnologici fatti non siano sufficienti per affrontare la scala del problema. Gran parte della elettricita' e' prodotta ancora da carbone, mentre se analizziamo i numeri per la produzione di energia in genere, un fetta considerevole di umanita' ha come unica fonte energetica le biomasse (legno, sterco, rifiuti).
Ovviamente non esiste una risposta semplice al problema energetico e nemmeno un colpevole a cui addossare le responsabilita' (potremmo chiamare in causa lo stile di vita occidentale, ma lascio a dopo un simile discorso). Scienziati, giornalisti e politici che sbandierano "La Soluzione ultima" o sono in cattiva fede o non hanno ben chiaro l' ordine di grandezza dei numeri in gioco. Un cambio radicale nei modi di produzione dell' energia richiede forti investimenti, sia pubblici che privati, e non puo' avvenire solo per buona volonta' dei singoli. Un investitore punta di solito il suo denaro su una nuova tecnologia solo quando e' redditizia. Credo sia questo il cuore del problema. Finche' sara' conveniente usare carburanti fossili, non sara' possibile fare decollare altre fonti. Al contempo dire semplicemente "non usiamo piu' il petrolio", non e' una via possibile. Nei prossimi decenni avremo bisogno di una strategia di uscita dalla dipendenza da carburanti fossili, tenendo a mente che il petrolio rimane la risorsa piu' duttile e versatile su cui si sia basata la storia dell' umanita' negli ultimi cento anni. Guardando poi alla storia dell' industria petrolifera, un petrolio "costoso" ha finito per favorire nuovi investimenti e creazione di nuove tecnologie nello stesso settore degli idrocarburi, incrementando la resa dei giacimenti e la scoperta di nuovi. Per la sua densita' energetica, facilita di trasporto, ampio uso in varie produzioni industriali (fertilizzanti, medicinali, plastiche, metalli, cemento...) non sara' semplice trovare una tecnologia di rimpiazzo, capace di dare energia a piu' di sette miliardi di persone, senza distruggere il pianeta. Un petrolio piu' caro sembra essere una condizione necessaria per nuovi sviluppi tecnologici. Nonostante la mia vena apocallittica, penso sia possibile, ma rimando il mio ottimismo a qualche post futuro.
Nota: report completo puo' essere trovato al link dell' Energy Information Administration.