Ara sa terra, massaju, ca est ora de arare...
mercoledì 7 luglio 2010
Rodeo
Nella mia ricerca dell' America vera e verace non poteva mancare il rodeo il 4 Luglio, festa nazionale e giorno dell' indipendenza.
Quasi per caso, al ritorno da una escursione sulla Sierra, un amico mi chiama per invitarmi a
vedere un rodeo, promettendo una esperienza socio-culturale memorabile e genuinamente americana.
Aveva ragione.
L' arena e' nel mezzo di una piana, senza alberi, ne ombra. Perdo circa due chili di peso mentre
attendo pazientemente in fila per l' ingresso. Intorno a me famiglia con bambini, finti cowboy panciuti e un numero spropositato di signore avanti negli anni vestite con abiti corti e stivali.
In generale pare che gli amanti del rodeo apprezzino il cibo, visto il numero enorme di obesi in fila. Quasi non mi accorgo del tempo in fila, perso ad ammirare questa giungla di umanita' varia...
Dentro l' arena mi accoglie un misto di odori da fare venire il malditesta.... c'e' di tutto, ma niente e' commestibile. La folla da l'assalto ai vari stand e tutti fanno rifornimento di galloni di coca cola, chili di amburger e fritture di vario tipo. Mica si puo' rischiare di rimanere a pancia vuota per due ore!
La famiglia davanti a me si attrezza per bene con una specie di cestino
in cui sono impilati una decina di hot dog, divorati a velocita' da record. I tre bambini piangono perche' vogliono il gelato e il padre li zittisce comprando un secchio di gelato alla vaniglia... staranno buoni per almeno venti minuti, prima di lagnarsi di nuovo.
Quando la folla ha placato l' appetito bulimico, ecco finalmente lo show!
no anzi... prima c'e' circa un' ora di inni americani, saluti alla bandiera, saluti alle truppe, saluti ai veterani, onore agli eroi. Una ventina di ragazze entrano al galoppo nell' arena sventolando bandiere a stella e striscie. Sono vestite con corpetti dorati e i poveri cavalli
quasi soccombono sotto il peso di questo amazzoni dalle forme giunoniche. Altre venti minuti in cui cercano di convincere il pubblico delle loro doti equestri, con scarso successo.
L' inno americano e' cantato da una "cantante classica": parte male, troppo alta, e finisce per urlare sul crescendo finale! ma mica guardiamo le sottigliezze, l' inno e' sempre l' inno!
Dannazione, voglio vedere i cowboys, quelli veri! ho pagato venti dollari e dopo due ore
mi hanno rifilato solo proganda di ultra destra. Si perche' lo sponsor principe e' NRA,
National Rifle Association, quelli che difendono il diritto ad avere armi e usarle... c'e pure l' estrazione di un premio, un fucile Winchester...
Eccolo finalmente lo show!
pezzo forte "bull riding", ovvero stare in groppa ad un toro il piu' possibile... forse i tori
erano piuttosto incazzati o forse i cow boys non si erano allenati abbastanza, ma non stavano in sella manca cinque secondi, di solito proiettati in orbita o scornati.
Ma al di la' del mio cinismo e del mio senso estetico penso che il rodeo abbia un lato positivo, che quasi fa dimenticare il resto. Nonostante tutto infatti in quell' arena si respirava un senso di comunita'. Persone unite nell' organizzare la festa, partecipare a qualcosa al di la' della loro esistenza privata. E questo e' sempre meglio che stare di fronte ad una TV o spendere tempo al supermercato.. si forse potrebbero evitare tutta la propagada, ma e' un' inizio..
E in quell' arena polverosa, in quel misto di cavalli-salsiccia arrosto-urla-spintoni nel mio cuore di solito felpato e' tornato prepotente un senso di nostalia per la Sardegna e le sue feste - i Candelieri, la Cavalcata, S' Ardia - e il loro caotico fascino...poi
i bambini di fronte a me hanno riniziato a chiedere cibo e quell' attimo di nostaglia si e' dissolto..
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1 commento:
di cuore felpato tu niente, caro leo
Yle
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