Autunno. Mi dicono che sia la stagione migliore
per visitare Kyoto. Io ci credo.
Il problema di vivere in un paese anglofono e' che poi finisci per convincerti che tutti debbano e sappiano parlare inglese. Quando cosi' mi sono ritrovato alle nove di sera alla stazione di Kyoto, disperso in mezzo ad una folla ovviamente non anglofona e senza nessuna carta di credito funzionante, ho capito che avevo fatto qualche errore nell' organizzare o meglio nel non organizzare per niente il mio viaggio in Giappone. A pensarci ora la cosa non ha alcun senso, visto che fin da piccolo il Giappone ha esercitato un fascino unico sulla mia immaginazione. Avrei dovuto avere tutto pronto, una guida in tasca, denaro nel portafoglio, un piano di attacco turistico nei minimi dettagli... E invece l' unica cosa che mi ritrovo e' una pagina da google map con vaghe indicazioni di come arrivare all' hotel. Peccato che la stampa sia illegibile e le dimensione della cartina troppo piccole per decifrare gli ideogrammi. Il mio aspetto poi non deve essere dei piu' rassicuranti -barba lunga nera e capelli rasati- visto che nessuno dei miei tentativi di fermare i passanti sta producendo alcun risultato. Anzi mi stanno scansando in modo piuttosto evidente. Alla fine pero' a forza di girare intorno riesco a trovare la direzione giusta e dopo cieco e lungo girovagare a infilarmi nella porta dell' hotel.
Scopro cosi' che tutte le mie carte di credito sono bloccate e Visa ha un circuito diverso per il Giappone. Chiamo la mia banca, sblocco le carte ma non trovo nessun atm che accetti la mia carta. Poco male. Sono in Giappone, nella citta' dei Templi e con tutti questi giardini e simboli Zen intorno mica mi posso arrabbiare. Accetto passivamente e spendo cosi' un giorno e mezzo senza cibo, finche' l' insegna luminosa di una banca americana mi fa capire che il digiuno e' finito.
Al mercato, cerco di mimetizzarmi tra la
folla. Senza molto successo
Come per magia il flusso di passanti per strada mi spinge verso il mercato del cibo di Nishiki, tra banchi di pesce, verdura, dolci. In modo casuale provo ogni cosa che sembri non contenere carne...decido che posso contravvenire alle mie regole e posso mangiare il pesce. Indico con il dito, sorrido al venditore e mangio moscardini con la testa ripiena di uovo, tempura di verdura, spiedini di pesce, pesce secco con mandorle, tofu strafritto, zuppa di te' verde e fagioli dolci.... quale modo migliorare per iniziare a conoscere la cucina di un posto?
Il cibo e' stato senza dubbio l' esperienza piu' interessante del viaggio, per la varieta' dei sapori e forme, per la cura che viene profusa nella preparazione di ogni piatto. Per ben due sere ho goduto della immensa ospitalita' giapponese e sono stato invitato a cena in due ristoranti di extra lusso. Una cena lunga quasi tre ore, con innumerevoli portate mai viste prima, mentre io dopo gia' un' ora avevo le gambe addormentate dallo stare seduto per terra e al terzo giro di sake ero gia' cotto.
All' interno del tempio Higashi-Hoganjii.
Al mattino presto nella grande sala all' interno
c'erano solo persone anziane. Mi sono sentito un po' fuori posto.
Mangiare a parte, forse dovrei scrivere della bellezza degli innumerevoli templi, delle contraddizione di una citta' che ha costruito orribili palazzoni (in uno stile molto italico) vicino al vecchio palazzo imperiale, dell' emozione di visitare il tempio di Sanjusagendo dove mori in duello il maestro Musashi, della bellezza dei giardini ancora rossi di autunno... vi lascio qualche foto scattata con una macchina di fortuna, nella speranza di tornare presto in terra d'oriente per avere altre storie e luoghi da raccontare.
Te' verde, gnocchi di farina bianca e fagioli azuki. Un dessert perfetto
Fontana e mestoli di bambu' per purificarsi prima della preghiera
Castello Nijo, residenza dello Shogun, ovvero il "generale" delle
forze imperiali che
de facto controllo' il Giappone dal 1192 al 1867
All' interno del palazzo imperiale. Un raro colore arancio
di chiara influenza cinese.